È surreale l’atmosfera che si vive a San Gregorio Armeno, la famosissima strada di Napoli in cui vivono i maestri artigiani che realizzano ‘i pastori’ conosciuti in tutto il mondo. Le saracinesche sono chiuse e un cartello è presente fuori ad ogni bottega dell’artigianato presepiale: “Io non apro, senza aiuti le botteghe di San Gregorio Armeno muoiono e con loro la storica tradizione di Napoli e ne soffrirà inevitabilmente tutta la città e la Campania”. Questo è l’appello lanciato dagli artigiani del presepe a Napoli che protestano nel giorno dell’apertura di tutti i negozi in Italia, sottolineando la crisi profondissima per il Covid-19. San Gregorio Armeno, la strada sempre affollata di turisti tutto l’anno e gremita con tanto di sensi pedonali obbligati da novembre a Natale, è deserta. In strada solo i pastorai. “Chiediamo subito un incontro al governatore De Luca – spiega l’artigiano Dino Bavaro – dopo aver parlato con il sindaco per continuare questa splendida tradizione. Dopo tre mesi di chiusura siamo in ginocchio, la produzione è ferma e la vendita è zero, ci serve un sostegno per mantenere la tradizione del presepe napoletano”.

 

 

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