Legge elettorali, piccole e grandi ingiustizie. Colpiti ed affondati i partiti grandi e i candidati con migliaia di preferenze, ma anche per quel che riguarda i partiti piccoli esistono delle assurde ingiustizie. Prendiamo la lista Centro Democratico, queste le percentuali riportate, rispettivamente, nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Avellino e Benevento: 4,40 -2,74, 3,41,3,88,2,51. Come si puo’ notare la percentuale della provincia di Caserta è la migliore, quasi il doppio rispetto a quella di Napoli. Eppure che cosa accade? Che a Napoli vanno ben 2 seggi a Caserta nessuno.

Intanto il più votato della lista casertana, Antonello Bonacci, per lui 3935 preferenze, starebbe per presentare ricorso per vedersi attribuire una novantina di voti. Il problema resta quello di una legge che non riflette affatto l’andamento dei voti e che, in quanto ai calcoli per l’attribuzione dei seggi, andrebbe riscritta. A Caserta oggi è rimasto fuiori Stefano Graziano, con oltre 17mila voti, cinque anni addietro Lucia Esposito con circa 14.500 preferenze. E dieci anni fa in provincia di Caserta aveva vinto il centrodestra, che ottenne però soltanto tre seggi contro i cinque del centrosinistra. Stavolta vittoria schiacciante del centrosinistra, con circa il 70 per cento, ma è finita in parità: 4 seggi per parte. Ma che legge elettorale è questa, se non una legge da buttare?

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