“Ci sono partiti oggi in Italia che hanno dato vita a sistemi così chiusi che i congressi non sono correntisti ma tribali”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel suo intervento al Festival delle Città di Ali in corso a Roma. A De Luca dal pubblico è arrivata una voce che diceva “anche familisti”. Un probabile riferimento al figlio Piero, eletto per la seconda volta in parlamento. E ad altri casi di candidature familiari nel Pd. De Luca ha risposto: “Certo, c’è di tutto, quando si parla di cose familiari bisogna dire chi è e che fa questa persona, se ha un’autonomia professionale e ha qualche merito. Bisogna stare attenti perché siamo un paese di cialtroni. Nessuno si è permesso di dire che Mattarella viene da un familismo: suo padre era stato ministro e suo fratello Presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia. Bisogna parlare chiaro, il tempo della demagogia deve finire”.”Per lo Stato e i partiti arrivano crisi quando si formano aree di parassitismo e clientela politica, fino alla chiusura autoreferenziale e non democratica. Se un partito arriva in queste condizioni meglio che muoia. Non abbiate rimpianti se un partito si riduce a una somma di bande e i congressi non servono a niente”. Lo ha detto sul Pd, senza citarlo, De Luca. “Ci auguriamo – ha aggiunto – che questa stagione politica si sviluppi non ideologizzando i problemi. Ma sappiamo anche che il risultato elettorale è per metà merito di chi ha vinto e metà demerito di chi ha perso. Vedo alcuni ministri di un partito che conosciamo che da anni distruggono l’area riformista e in queste ore sono protagonisti del congresso”. Del Pd, il suo partito, De Luca ha parlato chiaramente criticando l’abuso d’atto ufficio “che è una – ha detto – delle ignominie dell’Italia. Non si è cambiato per la viltà politica del Pd in primo luogo, una vergogna, un opportunismo, una subalternità alla magistratura per dimenticare l’esperienza di chi è in campo per amministrare la pubblica amministrazione. Così l’Italia è un Paese morto. Se un dirigente pubblico viene considerato colpevole di abuso di atto ufficio c’è il suo dimezzamento dello stipendio e il trasferimento a un settore non operativo, cioé la rovina della vita nell’indifferenza generale. Una cosa vergognosa. Se un dirigente deve assumersi un briciolo di responsabilità su questo non lo farà mai così l’amministrazione pubblica fallisce”. “Spero che Meloni si sia redenta dai suoi peccati – ha aggiunto De Luca – come è avvenuto per le politiche europee. La ricordo 4 anni fa sull’Europa, le concentrazioni finanziarie, i poteri forti, la Germania. Vedo che adesso è diventata più europeista di Mario Draghi e la cosa mi commuove. Il cambiamento di funzioni determina a volte questi miracoli. E’ una miracolata, mi auguro che passi dal ruolo di Sora Cecioni a paladina dell’Europa”. “Venendo qui sentivo Liliana Segre, con la solita emozione per questa donna straordinaria. C’è da stare male a pensare che la Segre lasciava quel posto e ci andava La Russa” ha detto il governatore. “Siamo un Paese – ha aggiunto De Luca – abituato ogni due anni a gonfiare un palloncino politico per poi sgonfiarlo dopo 10 mesi. E’ capitato a Berlusconi, che è durato molto più a lungo fino al suo ultimo matrimonio farlocco che ci ha commosso, poi abbiamo avuto Salvini tra un tweet e l’altro che pure si è ammosciato, poi Renzi al 41% che ci ha messo un anno e mezzo e si è ammosciato pure lui, poi Grillo con l’uno vale uno, la ‘ciucciaria’ al potere. Adesso abbiamo la Meloni: aspettate 10 mesi e godetevi e godiamoci Ignazio Benito presidente del Senato”.
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