La premier Giorgia Meloni, a pochi giorni dall’anniversario dell’invasione russa, è in Ucraina. La presidente del Consiglio è stata a Bucha e Irpin, città simbolo della resistenza all’invasione russa, prima di incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. A Bucha, uno dei luoghi dei massacri di civili, si è commossa: “Non siete soli”, ha detto. “È diverso parlare di numeri o vedere la vita della gente distrutta senza che ci sia una ragione, vale la pena di vederlo”, ha aggiunto a Irpin. Meloni ha liquidato il discorso di Putin alla nazione: “Quello che abbiamo sentito stamattina è stata una propaganda che già conosciamo, i fatti sono diversi”. La presidente del Consiglio, sorridente, è stata accolta con un mazzo di fiori prima di uscire dalla stazione. “Sono onorata, doveroso essere qui”, ha detto scendendo dal treno. Poi la premier Meloni è arrivata a Bucha, uno dei luoghi dei massacri di civili perpetrati a marzo dello scorso anno da parte dell’esercito russo in Ucraina. Meloni ha deposto dei fiori rossi per rendere omaggio alle vittime nelle fosse comuni. Davanti a questo luogo simbolico, la presidente del Consiglio si è chiusa in raccoglimento. “Può contare sull’Italia, siamo con voi dall’inizio e lo saremo fino alla fine. Avete tutto il nostro il supporto”, ha detto la presidente del Consiglio alle autorità ucraine. Una medaglia composta con le pallottole usate, è l’omaggio riservato alla premier, durante la sua visita a Bucha. Meloni ha osservato con attenzione la medaglia e letto con interesse, ad alta voce, l’incisione sul retro: “Città non conquistata”. A tratti commossa, Meloni ha ascoltato da varie autorità ucraine i racconti delle tragedie causate in questi luoghi dall’aggressione russa. Dopo aver passato in rassegna anche una piccola mostra fotografica con le immagini degli orrori, la presidente del Consiglio ha chiesto all’interprete di tradurre un messaggio ai suoi interlocutori: “Non siete soli”. “Combatteremo per voi e la vostra libertà”. Dopo Bucha, la visita ad Irpin, che ha subito pesanti bombardamenti nelle fasi iniziali della guerra. Irpin è stata la tappa lo scorso anno anche della visita di Mario Draghi con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Accolta dal sindaco, la premier ha ascoltato dal primo cittadino il racconto della distruzione di quest’area rivolgendogli varie domande sulla popolazione e su quanto tempo serve per ricostruire la città. “Avendo i soldi – ha risposto il sindaco -, in due anni si può ricostruire tutta la città”. “Quello che abbiamo sentito stamattina è stata una propaganda che già conosciamo, i fatti sono diversi”, ha detto anche la premier commentando il discorso del presidente russo Vladimir Putin. “È diverso parlare di numeri o vedere a caldo la vita della gente distrutta senza che ci sia una ragione”, ha detto Meloni prima di lasciare Irpin per tornare a Kiev. Durante la sua visita, Meloni ha autografato la bandiera della città, lasciando la sua firma accanto a quella di altri leader che in questi mesi hanno visitato quest’area dell’Ucraina particolarmente colpita dall’aggressione russa. Consegnando alle autorità locali due generatori a supporto delle infrastrutture critiche, accanto a due dei 45 mezzi dei vigili del fuoco donati sempre dagli italiani, Meloni ha detto: “Continuiamo a lavorarci”.

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