l Milan ha capito come battere il Napoli e, dopo il clamoroso poker rifilato agli Azzurri in campionato, si aggiudica anche l’andata dei quarti di finale di Champions League. Basta l’1-0: decide un diagonale di Bennacer che finalizza un ‘azione lanciata magistralmente da Brahim Diaz e proseguita da Leao. Le pagelle dei rossoneri dicono che non c’è nemmeno un’insufficienza: l’algerino e lo spagnolo i migliori in campo insieme a un Maignan sempre più indiziato d’essere tra i tre portieri più forti al mondo. Nel Napoli, Elmas non convince, Kvara intermittente, Lobotka male in occasione del gol subito. Il doppio raptus di Anguissa ne compromette una prestazione fin lì buona.

Le pagelle del Milan
Maignan 7,5: tra i migliori portieri in circolazione. A chiamata, risponde sempre: poco importa se siano giocate semplici o interventi che lambiscono il terreno dei miracoli. nel finale scomoda nuovamente la sacralità e salva la vittoria negando a Di Lorenzo un gol già fatto. Certezza di livello assoluto
Calabria 6,5: è una serata felice anche per il capitano rossonero. Segue pedissequamente le indicazioni di Pioli e ci mette del suo quando tenta le sortite offensive. Gioca d’anticipo in più di una circostanza e gli riesce alla grande.
Kjaer 6,5: gestisce la difesa, straripante in attacco in occasione dei calci da fermo. Clamorosa traversa dopo un’inzuccata potentissima. Unica pecca, la leggerezza finale, quando lascia fuggire via Olivera e gli Azzurri si divorano il pari.
Tomori 6: non la sua serata migliore, subisce il pressing azzurro e si avventura in giocate che complicano la vita ai compagni di reparto. Kjaer resta un riferimento fondamentale: è sulla sua spalla che appoggia il braccio quando ha bisogno di un sostegno.
Theo 6,5: stavolta non spezza la partita, eppure non riesce a limitarsi al compitino. C’è sempre e, allo strapotere atletico stavolta privilegia una intelligenza tattica che ne risaltano l’ennesima dote da campione. Dopo il vantaggio cura con dovizia di particolari la fase difensiva. Annulla Lozano.
Tonali 7: ennesima prestazione da leader vero di un reparto e di una squadra. Martellante, asfissiante, infaticabile. Cuore e polmoni per due.
Krunic 6,5: passano 60 secondi e fa in tempo a fare e disfare, prima svirgola e poi rimedia frapponendo il corpo tra il tiro di Kvara e la porta di Maignan. Si incolla a Kvara, macina chilometri, gioca d’anticipo e si immola nel raddoppio.
Diaz 7,5: gli basta accendersi con un lampo per regalare ai compagni l’occasione che non si può sbagliare. Va a fiammate ma l’incisività della manovra offensiva del Milan dipende in maniera direttamente proporzionale dai suoi piedi, dalle sue intuizioni, dalle sue premeditazioni.
Bennacer 7: micidiale in occasione del gol. Non comincia bene, Pioli lo richiama spesso, poi cresce in maniera esponenziale. Prima della rete del vantaggio ha fatto in tempo a prendere le chiavi della tre quarti e dettare i tempi a Leao e Diaz. Il bolide che trafigge Meret gli restituisce ulteriore sicurezza.
Leao 6,5: per 23′ sembra il tizio che guarda nel buco della serratura quel che succede altrove. Poi una fiammata in progressione mette i brividi nella schiena di Meret e strappa il primo applauso scrosciante del Meazza. Negli spazi è devastante, per continuità insufficiente.
Giroud 6: dà fastidio, è spigoloso, ruvido. Mai pericoloso al tiro ma quanto è importante che si sacrifichi a vantaggio dei compagni lo si vede negli spazi in cui il trittico che agisce alle sue spalle riescono a infilarsi a turno. Nessuna giocata a lasciare il segno però è preziosissimo nello sporco lavoro che destabilizza la difesa partenopea.
Allenatore Pioli 7,5: sa come si fa. Il Napoli è un ostacolo insormontabile per tanti, non per lui. Stessa formazione che aveva sbancato il Maradona in campionato, medesimo l’esito. Successo, stavolta, di misura ma è il Milan a impostare, ripartire, sfruttare gli spazi e imbrigliare la manovra di una mediana, quella partenopea, che non trova continuità. Un cero a San Maignan, un altro a Brahim: per il resto è un Milan che ha rispettato tutti i dettami del suo allenatore.


Le pagelle del Napoli
Meret 6: da rivedere in occasione della rete di Bennacer, poteva fare meglio. Per il resto, prestazione attenta e di livello.
Di Lorenzo 6,5: concentrato dal primo all’ultimo minuto, non sbaglia quasi nulla sia in fase di impostazione che di contenimento. Spinge a tratti, altre volte è più impegnato a frenare le avanzate di Theo e gli scatti di Leao. Nella ripresa è il più offensivo dei suoi, solo Maignan gli nega il gol con un intervento pazzesco.
Kim 6: tre contro tre sulla ripartenza del vantaggio milanista, chiude il varco centrale e costringe Diaz a rilanciare verso destra e, da qui, Leao a imbucare Bennacer a sinistra. Il suo lo fa, qualche affanno quando il Milan gioca in velocità ma superarlo resta impresa ardua. ingenuo sull’ammonizione, la spende male e salta il ritorno.
Rrahamani 6: nessuna incertezza particolare, qualche leggerezza. Gli tocca una gara complessa, anche lui portato all’affanno dalla velocità avversaria.
Mario Rui 6: nervoso, incline alla protesta, lamenta il gioco rude degli avversari e gli scarsi interventi del direttore di gara. Meglio avrebbe fatto, nella prima parte di gara, a concentrarsi di più sulla partita: Diaz crea scompiglio, Rui si aggrappa all’esperienza e spesso gli va bene. Ripresa in crescendo, si presenta al tiro ma spreca un’ottima occasione calciando alto da posizione favorevolissima.
Anguissa 5: fa la diga, recupera palloni ed è infaticabile nel lavoro di pressing. Poi, due sciocchezze c he sommate diventano una follia: doppio giallo in 4′, Napoli in dieci e rimonta compromessa definitivamente.
Lobotka 6: mezzo gol di Bennacer lo ha sulla coscienza. Si fa saltare da Diaz nella metà campo rossonera senza curarsi del campo aperto lasciato allo spagnolo. Uomo d’ordine e metodo lo è sempre, anche stavolta. Pulisce e rifinisce ma, nella tenaglia di Tonali e Krunic che non gli danno il tempo di ragionare, va in difficoltà.
Zielinski 6,5: archivia, anche mentalmente, la prestazione disastrosa contro i rossoneri in campionato. Corre, fa filtro, imposta, dà il là e si presenta al tiro. Costringe Maignan a un intervento clamoroso che gli nega il gol. Male in occasione dell’ammonizione al 38′: il giallo se lo porta dietro anche dopo, costretto dalle circostanze a limitare l’impeto e gestire il giallo. Decisivo in copertura.
Lozano 5,5: non sfonda, non decolla, non incide. Una delle armi più imprevedibili a disposizione di Spalletti si scopre con le polveri bagnate.
Elmas 5,5: entra subito in partita, è nel vivo del gioco e occupa indistintamente gli spazi della tre quarti rossonera. Si capisce presto, tuttavia, che la nuova posizione non gli calza a pennello e, fermo restando l’impegno, non sempre si trova al posto giusto nel momento in cui deve. L’ingresso di Raspadori gli consente di riprendere posto all’esterno: è più a suo agio.
Kvaratshelia 6: mobile, agile, insidioso. La partita del georgiano comincia nel migliore dei modi, tra slalom e incursioni. Va subito al tiro, è determinato e concreto. Krunic non lo molla, marcatura asfissiante di cui Kvara risente e, col passare dei minuti, fatica a ritrovare la posizione. Nella ripresa torna a essere frizzante ma patisce la scarsa assistenza: quando decide di mettersi in proprio, fa tutto bene fino al momento della conclusione.
Allenatore Spalletti 5,5: il giudizio non è legato alla singola gara. Stavolta l’analisi è più profonda. Il Napoli è in flessione, lo ha detto anche il campionato: il gran finale necessità che ogni tassello torni a essere incasellato al posto giusto. Spalletti ne ha la grande responsabilità e gli tocca sistemare ogni cosa in sette giorni. Se lo scudetto è ormai cosa fatta, la semifinale di Champions stasera è più lontana.

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