Una lettera alla prefettura di Salerno. L’immediato intervento dell’ufficio territoriale del governo. Ed è scattata l’interdittiva antimafia per la Eco società cooperativa sociale onlus. Firmatario della missiva il sindaco di Bari Antonio De Caro. Iera il 14 settembre 2022. Il primo cittadino segnala al prefetto Francesco Russo un articolo di stampa locale che dava notizia del coinvolgimento dei vertici della Eco in un’inchiesta della Dda di Napoli per presunti legami con clan camorristici. La coop si era aggiudicata, mediante procedura aperta, i servizi di accoglienza e orientamento presso gli sportelli e job center di “Porta futuro metropolitana” di Bari. La Prefettura avvia l’accesso agli atti. Vengono acquisite le note dei carabinieri di Salerno, Caserta, Torre Annunziata, Aversa e della Guardia di Finanza di Napoli. Emerge un quadro inquietante. Da visura camerale, estratta il 12 aprile 2023, l’assetto societario risulta composto da Barbara Graziani, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione, Felice Di Somma, vicepresidente del Cda, e Vincenza Castiello, membro del Cda. Nel mirino finivano Sofia Flauto, demiurgo della Eco, e Valeria Nigido, per un periodo a capo del consiglio di amministrazione della società. Flauto è risultata indagata per i reati di cui “agli artt. 317, 353, e 416 bis 1 comma codice penale”, presso la Procura del Tribunale di Caserta nell’anno 2019, e per i reati di cui “agli artt. 319 e 416 bis 1 comma codice penale”, presso la Procura del Tribunale di Napoli Nord nell’anno 2020. La Nigido è accusata dalla Guardia di Finanza di Napoli per “associazione a delinquere e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. Dalle successive attività investigative è stato accertato il coinvolgimento della Flauto in illeciti condizionamenti relativi all’aggiudicazione di alcune gare nell’ambito del Terzo settore in alcuni Comuni della Campania e non solo. Dalle intercettazione e dai riscontri compiuti dalla polizia giudiziaria è venuto a galla che “attraverso la costituzione e gestione di diverse società cooperative, coop sociali onlus e di Consorzi di cooperative si è pervenuto a una gestione monopolistica del settore imprenditoriale di riferimento, nonché all’acquisizione di appalti e servizi pubblici sul territorio delle province di Caserta e Napoli. In tale contesto Flauto compiva le attività volte a partecipare alle gare per la gestione dei servizi “attraverso le società cooperative a lei riconducibili direttamente o indirettamente operando in stretto collegamento con il clan dei Casalesi”. Gli inquirenti hanno ricostruito nei minimi dettagli il modus operandi di Sofia Flauto. Il deus ex machina della Eco turbava numerosi appalti con “la promessa di selezionare il personale da impiegare nel servizio al fine di condizionare la modalità di scelta del contraente, riuscendo per l’effetto di tale condotta ad aggiudicare l’affido diretto alla coop”. La Flauto è accusata anche di aver utilizzato parte del patrimonio della Eco “al fine di corrompere pubblici ufficiali”. Ad uno in particolare “venivano consegnate somme di danaro e oggetti preziosi in relazione ad alcuni dei servizi aggiudicati alle cooperative oggetto di investigazione”. Insomma Sofia Flauto e company hanno messo in piedi un vero e proprio “sistema” per truccare gli appalti attraverso clientelismo e mazzette. Da qui il colpo di scure della Prefettura di Salerno che ha disposto l’interdittiva antimafia ai danni della Coop Eco. Era ora.

Mario De Michele
(continua…)

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