“Insopportabili”, “scemi”, ma anche “stronzo, zingaro, mongoloide”. Sono alcuni degli appellativi registrati dalle microspie dei carabinieri che indagavano sulla struttura residenziale privata per anziani ‘Nonna Rosa‘ nel centrale corso Vittorio Emanuele a Napoli. Nove le loro vittime, tutti anziani compresi tra gli 80 e i 100 anni. Per questo Valentina De Maio, legale rappresentante della Love Boat, la società che ha in gestione la comunità, e i suoi 7 operatori socio sanitari, in maggioranza donne, di cui solo Simona Cimmarosa regolarmente assunta, sono destinatari di una misura cautelare emessa dal gip partenopeo Ivana Salvatore. Dei 9 anziani loro vittime, 2 sono deceduti a marzo scorso. Gli operatori sanitari, annota il gip, ignorando le loro richieste di assistenza, “per esempio di essere coperti perchè infreddoliti o di essere accompagnati al bagno”, si rivolgevano agli anziani con tono aggressivo, urlando “mangia! muoviti! stai zitto! dai fastidio!”, ma anche offendendoli persino con epiteti tipo “cagacazzi”, o “bucchina”, “bucchina patentata”. La minaccia era sempre di richiuderli in una ‘stanza’, di percuoterli e di morte. Ti schiatto!… ti do una testata in bocca! lo sono più pazzo di te!… Ti uccido…ti spezzo le dita! ti spezzo le mani!”, diceva uno di loro, e un altro lo incitava gridando “affogalo, affogalo”. “Se solo parli ti chiudo nel bagno solo a te!” o “vuoi vedere che la merda che hai nel culo te la spalmo come una crema in faccia? Ti devo chiudere la bocca a modo mio?”, sono brani di altre ‘conversazioni’ tra assistiti e assistenti. E ancora “ti metto le mani al collo, ti faccio morire io!”, “ti faccio fare testa e muro!”, “ti lego mani e polsi! Ti metto fuori al balcone! ti chiudo in una stanza buia!”, “io le la spezzo la mano!” e persino “ti butto di sotto!”, spingendoli, strattonandoli e percuotendoli. Schiaffi, pizzicotti, mani e braccia stritolate, ama anche medicinali quali Talegen e Serenase per tenerli sedati erano all’ordine del giorno per gli ultraottantenni, cosi’ come cibo bollente. “Condotte assolutamente vessatorie – scrive il gip – mediante insulti e minacce e aggressioni verbali; la De Maio, a conoscenza di tali condotte, omettendo del tutto di intervenire e di allontanare dalla struttura i predetti operatori socio sanitari”. In questo modo, “tutti hanno cagionato malesseri e lesioni agli anziani, causando loro sofferenze fisiche e morali, ponendoli in un continuo stato di soggezione e prostrazione psicologica”. Il gip riconosce per gli indagati le aggravanti di aver agito con crudeltà, approfittando delle circostanze e dell’età delle vittime, con abuso “della prestazione d’opera svolta in danno di persone ricoverate in struttura residenziale privata”.