Le forze di Kiev avrebbero effettuato il primo attacco contro la Russia impiegando missili americani dopo l’autorizzazione concessa ufficialmente da Washington. A riportarlo sono fonti russe non ufficiali, precisando che ad essere colpito è stato un sistema di difesa antiaerea nella regione frontaliera di Belgorod. Una notizia che arriva nel giorno in cui Mosca ha messo in guardia gli Stati Uniti dal commettere errori “fatali” in Ucraina. Secondo il canale Telegram russo di esperti militari Dva Majora, che conta oltre 700.000 iscritti, missili Himars americani si sono abbattuti su una postazione che dispiegava missili S-300 e S-400. La stessa fonte ha aggiunto che non si registrano vittime tra i soldati di Mosca. Il canale ha postato anche alcune fotografie in cui si vedono dei mezzi militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. Un altro canale russo, Astra, ha scritto che l’attacco ha danneggiato una base per le truppe e un’area di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochanskiy, sempre nella regione di Belgorod. Notizie non confermate dalle autorità di Mosca, né da quelle di Kiev. In precedenza, invece, il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, aveva detto che ieri una persona era morta e altre tre erano rimaste ferite nell’esplosione di un deposito di munizioni proprio nel distretto di Korochansky, ma non aveva precisato le cause. Il monito agli Stati Uniti su “errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali” è invece stato lanciato dal vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, che ha denunciato un atteggiamento “irresponsabile” degli americani. “Hanno dato carta bianca a Kiev” e “non stanno facendo niente per fermare le pericolose azioni provocatorie dei loro servitori”, ha tuonato il vice ministro, avvertendo che “per gli Stati Uniti ci sarà sicuramente un prezzo da pagare”. Gli Usa hanno messo in chiaro che per ora i missili forniti a Kiev possono essere usati per colpire il territorio russo solo con l’obiettivo di contrastare l’avanzata delle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv. Ma la Russia teme che possano essere utilizzati anche per bombardare il suo sistema di difese strategiche, dopo che negli ultimi giorni gli ucraini hanno cercato di attaccare due radar con l’impiego di droni. Anche fonti del governo americano, citate dal Washington Post, hanno manifestato inquietudine per questi attacchi, affermando che Mosca potrebbe percepirli come minacce alle proprie “capacità di deterrenza strategica”, con il rischio che venga alterata la fiducia reciproca tra gli Usa e la Russia in materia di armi nucleari. Analisti citati dal quotidiano americano hanno tra l’altro sottolineato che uno dei radar presi di mira, nella regione di Orenburg, si trova molto lontano dall’Ucraina, ai confini sud-orientali del territorio russo europeo, e serve tra l’altro a prevenire possibili minacce dalla Cina. “Bisogna stare molto attenti, non è un gioco, siamo sulla lama del rasoio”, ha avvertito da parte sua il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ribadendo la posizione dell’Italia contro l’uso delle proprie armi inviate all’Ucraina per attacchi sul territorio russo. “Noi stiamo lavorando per difendere l’indipendenza dell’Ucraina e stiamo lavorando per la pace, puntando soprattutto sulla diplomazia”, ha sottolineato il responsabile della Farnesina, che nei giorni scorsi ha comunque aperto alla possibilità di mandare un secondo sistema Samp-T in difesa del Paese aggredito. La Cina ha intanto respinto le accuse rivoltele dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky di “sabotare il vertice di pace” in programma a Lucerna il 15 e 16 giugno facendo pressioni su altri Paesi perché non vi partecipino. “L’uso della forza politica non è nello stile della diplomazia cinese”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning. Zelensky aveva lanciato le sue accuse da Singapore, una tappa del tour in corso nell’Estremo Oriente per cercare di raccogliere consensi alla conferenza, che oggi lo ha portato nelle Filippine. Il portavoce del presidente, Sergei Nikiforov, ha confermato che Zelensky parteciperà al vertice del G7 in Italia, di persona oppure online. Mentre la Casa Bianca ha ufficializzato il forfait di Biden in Svizzera: Washington invierà comunque una delegazione di peso guidata dalla vice presidente Kamala Harris e dal consigliere alla Sicurezza nazionale Jake Sullivan. Le autorità ucraine hanno intanto riferito di tre persone uccise, tra cui un bambino di 12 anni, e tre ferite in nuovi bombardamenti russi nelle ultime 24 ore, nella regione di Donetsk e in quella di Kharkiv. Durante la visita di maggio fatta a Pechino, il presidente russo Vladimir Putin ha discusso tre questioni principali con l’omologo cinese Xi Jinping: una di queste – scrive il Financial Times, in base a più fonti – era relativa al vertice di pace ucraino in Svizzera, verso cui è maturato il disimpegno della Repubblica popolare. Le altre due, invece, riguardavano l’economia. In primo luogo, il gasdotto Power of Siberia 2 la cui costruzione è in stallo per le richieste di prezzo di Pechino, ma che è fondamentale per il Cremlino visto che offrirebbe un’ancora di salvezza al colosso Gazprom che ha perso i clienti europei, mentre cresce la dipendenza di Mosca verso Pechino. “La Cina aveva chiesto di pagare prezzi prossimi a quelli interni fortemente sovvenzionati della Russia e si sarebbe impegnata ad acquistare solo una piccola parte della capacità annuale prevista del gasdotto di 50 miliardi di metri cubi di gas”, rileva il quotidiano della City. Secondo Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino, il fallimento della Russia nel garantire l’accordo sottolinea come la guerra in Ucraina abbia reso Pechino il partner principale nelle relazioni tra i due Paesi. “La Cina potrebbe non avere bisogno del gas russo strategicamente come fonte sicura di approvvigionamento in base alle rotte marittime che sarebbero coinvolte in caso di conflitto marittimo attorno a Taiwan o nel mar Cinese meridionale. Ma affinché ciò valga la pena, la Cina ha davvero bisogno di un prezzo molto basso e di obblighi flessibili”. E Xi “ritiene che il tempo sia dalla sua parte” e che ci sia “spazio per aspettare per spremere le migliori condizioni dai russi e aspettare che l’attenzione sulle relazioni Cina-Russia si sposti altrove”. Il terzo argomento tra Putin e Xi era stata la maggiore attività delle banche cinesi in Russia con l’obiettivo di riservare che avrebbero finanziato il commercio di componenti per l’industria della difesa russa. Tali istituti, tuttavia, cadrebbero immediatamente sotto le sanzioni statunitensi secondarie e, pertanto, “la cooperazione proposta con le banche cinesi rimane su una scala molto più piccola di quella richiesta” e auspicata da Mosca.

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