La violenza irrompe nelle elezioni americane con il secondo attentato alla vita di Donald Trump in soli due mesi, ma stavolta il candidato repubblicano non ha voluto mantenere il profilo basso della prima ed ha subito accusato la retorica di Kamala Harris e Joe Biden di essere responsabile dell’aggressione contro di lui. Joe Biden ha parlato al telefono con Donald Trump, riferisce la Casa Bianca definendo la conversazione tra i due “cordiale”. Il presidente aveva provato qualche ora prima a chiamare il tycoon ma non era riuscito a parlarci. Nel momento più delicato della campagna elettorale, con il timore che la tensione non possa che aumentare alla vigilia e dopo il voto, è entrato a gamba tesa anche Elon Musk con un post al vetriolo su X, poi cancellato, che ha suscitato un putiferio sul web e la condanna della Casa Bianca. Il “linguaggio altamente incendiario” di Biden, Harris e dei democratici “ha scatenato gli spari contro di me e invece io sono l’unico che salverà il Paese, mentre loro lo stanno distruggendo”, ha attaccato il tycoon in un’intervista esclusiva a Fox news. “Posso usare anche io un linguaggio provocatorio, molto meglio di loro, ma non lo faccio”, ha incalzato The Donald aggiungendo che l’attentatore, Ryan Routh, “ha creduto alla retorica di Biden e Harris”. I democratici “mi hanno incastrato in una combinazione di retorica e processi. Sono loro la vera minaccia”, ha aggiunto l’ex presidente. Sia la candidata democratica che il presidente hanno subito condannato in maniera netta l’attacco al repubblicano ribadendo che “non c’è posto per nessuna forma di violenza negli Stati Uniti” ma l’intensità delle minacce sta aumentando nelle ultime settimane di campagna da una parte e dall’altra tanto che, dopo l’attentato in Pennsylvania, entrambi i candidati nei comizi all’aperto sono protetti da schermi trasparenti. L’attentato in Florida è arrivato dopo giorni di tensione nella città di Springfield, in Ohio, a causa della diffusione di teoria cospirazioniste sulla comunità locale di immigrati haitiani da parte del numero due di Trump, JD Vance, con scuole e altre istituzioni pubbliche costrette a chiudere dopo aver ricevuto minacce. La scorsa settimana il tycoon ha suscitato polemiche, anche tra i repubblicani, per la presenza nel suo inner circle dell’attivista di estrema destra Laura Loomer, dalla quale The Donald è stato poi costretto a prendere pubblicamente le distanze. E, infine, c’è la preoccupazione che in caso di vittoria di Harris i sostenitori del tycoon possano scatenare l’inferno, o un “bagno di sangue” come ha detto il repubblicano stesso, sulla scia dell’insurrezione del 6 gennaio del 2021. “Fight! Fight! Fight!” “combatti, combatti, combatti”, ha esortato Trump sui social media domenica, dopo l’attentato.

Solo poche ore prima, il repubblicano aveva scritto su Truth Social: “Odio Taylor Swift!”. In tutto questo Musk, uno che di certo non ha paura del fuoco, qualche ora dopo il secondo tentativo di uccidere l’ex presidente, ha scritto sul suo social media: “E nessuno sta nemmeno cercando di assassinare Biden/Kamala…”, accompagnando il suo post con l’emoji della faccia interlocutoria. Il commento ha suscitato le critiche di una parte degli utenti di X che hanno chiesto al milionario di cancellarlo immediatamente. Invece, il patron di Tesla lo ha lasciato tutta la notte, liquidandolo come una battuta, per poi eliminarlo nella mattinata di lunedì. La Casa Bianca ha però criticato Musk bollando il suo commento come “irresponsabile” e accusandolo di aver “scherzato” e “incoraggiato” la violenza. “La violenza non solo dovrebbe essere condannata, ma non dovrebbe mai essere incoraggiata. Questa retorica è irresponsabile”, ha ammonito l’amministrazione Biden. Come se non bastasse, a dire la sua sugli ultimi eventi americani è arrivato anche il Cremlino. “Giocare con il fuoco ha le sue conseguenze”, ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, notando che “l’atmosfera della campagna elettorale statunitense è tesa e la lotta politica si sta intensificando”.

Trump racconta fallito attentato: ‘Gran lavoro del Secret Service’
“Tutto era bellissimo, il posto era bello e tutto d’un tratto ho sentito dei colpi sparati in aria, credo forse quattro o cinque, e sembravano pallottole… ma poi che ne so? Ma quelli del Secret service hanno capito subito che si trattava di pallottole”: è lo stesso Donald Trump a raccontare per la prima volta a viva voce i momenti in cui è stato sventato l’attentato al suo golf club di Palm Beach, parlando in live stream su X e citato dalla Bbc. “Ci siamo subito infilati nei caddy – racconta il tycoon – e ci siamo spostato in fretta per uscire dal campo da golf. Io ero con un agente e quell’agente ha fatto un lavoro fantastico. Il Secret Service ha fatto un gran bel lavoro, tutti hanno fatto un gran bel lavoro”. Trump ha anche fatto una battuta, dicendo: “Avrei voluto tirare il colpo finale per finire la buca, ma gli agenti del Secret Service mi hanno portato via”.

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