«Una città splendida: un laboratorio di cultura e creatività da 2.500 anni». Il ministro Alessandro Giuli accoglie così i suoi colleghi stranieri nel salone d’Ercole di Palazzo reale, poco prima che si aprano ufficialmente i lavori del G7 della Cultura. Fuori, piazza del Plebiscito blindata e curiosi tenuti distanti dalle transenne che disegnano l’area off limits. Questioni di sicurezza, anzitutto, mentre all’interno della Reggia borbonica i grandi della Terra discutono del futuro e della gestione del patrimonio artistico mondiale. «Il governo ha creduto nella prospettiva di valorizzazione del sito archeologico di Pompei e ha investito insieme all’Unione Europea oltre 100 milioni di euro negli ultimi 10 anni per la messa in sicurezza, nuovi scavi e miglioramenti dei servizi del parco. In dieci anni è stata estesa in maniera significativa l’area aperta al pubblico, compiute scoperte archeologiche significative; i visitatori sono passati da 2,4 a 4 milioni all’anno. Questi risultati incoraggianti ci spingono ad investire nella valorizzazione di altri siti archeologici in una regione, la Campania, ricca di storia e cultura: è quello che faremo nei prossimi anni». Ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli aprendo i lavori della giornata di chiusura del G7 Cultura Napoli. «Pompei è uno dei luoghi simbolo della cultura italiana e patrimonio mondiale dell’umanità, preserva testimonianze straordinarie della storia d’Italia e del mondo intero. E, al tempo stesso, è uno spazio per spettacoli dal vivo e la valorizzazione dei giovani artisti: è un posto che palpita di vita».
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