Corruzione e turbativa d’asta. Per questi reati, martedì mattina i finanzieri del comando provinciale di Roma hanno arrestato il direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, e un imprenditore: le fiamme gialle lo hanno fermato mentre intascava una mazzetta da 15 mila euro. In ballo ci sono bandi per l’affidamento di servizi informatici e di telecomunicazioni. Appalti banditi dal ministero della Difesa e dell’Interno. Per questo nell’inchiesta compaiono anche i nomi di alcuni dirigenti ministeriali. Come fa sapere la Guardia di Finanza, “l’attività rientra nell’indagine dei pm capitolini che vede indagate 18 persone e 14 società”. E tra loro c’è anche Andrea Stroppa, informatico ed esperto di cybersicurezza, famoso per essere il contatto che lega Elon Musk e l’Italia. C’è una foto che spiega la caratura dell’indagato. È stata scattata sul retro del palco della manifestazione Atreju, nel dicembre del 2023. Nell’immagine si vede Stroppa in compagnia di Musk e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra i profili social si nota anche una foto del 2016 in compagnia di Matteo Renzi: “Ero di passaggio a Pontessieve e ho incontrato questo signore che mi ha chiesto una mano a mettere a posto gli scatoloni”, scherza stroppa in un post su Facebook. Come si può ricostruire dagli atti dell’inchiesta, un militare della Marina ”nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del governo italiano del sistema satellitare (Starlink, ndr) realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense, approfitta dello svolgimento presso il VI reparto di cui fa parte, di una riunione sul tema per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del gruppo, Andrea Stroppa”.
”Nel corso delle conversazioni – si legge – emerge che, da un lato l’ufficiale di Marina programma (con un’altra persona, ndr) l’inserimento di Olidata Spa nell’affare e, dall’altro, lo svolgimento di una certamente illecita propalazione a beneficio dello Stroppa (e, suo tramite, dei suoi referenti) di notizie riservate in ordine a decisioni assunte nel corso di riunioni ministeriali. Vicenda sintomatica di un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare Olidata Spa e attraverso la stessa l’ufficiale di Marina e di un altro indagato, degli affari che il gruppo statunitense potrà concludere con l’amministrazione italiana, grazie all’intervento illecito del pubblico ufficiale”. Tornando a Iorio, che si trova agli arresti domiciliari, viene contestato il reato di corruzione perché con “più azioni del medesimo disegno criminoso – si legge nel capo di imputazione – in qualità prima di direttore ingegneria infrastrutture e data center e successivamente Dg della società a partecipazione pubblica indebitamente riceveva in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro” da un imprenditore. In particolare “a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei” per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, il manager “riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell’ordine di decine di migliaia di euro – continua il capo di imputazione – con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023”. Incontri “monitorati” anche attraverso intercettazioni. Proprio dalle intercettazioni disposte dalla procura sono emersi contatti e incontri anche tra l’imprenditore e tal “Antonio della Difesa”, poi identificato come un capitano di fregata della Marina Militare distaccato presso il IV reparto sistemi C4I dello Stato Maggiore della Difesa che “al fine di svolgere il proprio ruolo nell’ambito di una fornitura” avrebbe avanzato “richieste di compensi e l’assunzione di una persona da parte di una delle imprese gestite” dall’imprenditore. Tra gli indagati c’è anche il dipendente del ministero Fusco Amato, “direttore della III divisione del servizio telecomunicazioni della direzione centrale dei servizi logistici e della gestione patrimoniale della polizia di Stato”. I bandi nel mirino della procura riguardano quindi Sogei Spa, società controllata al 100% dal ministero dell’Economia, il Ministero dell’Interno (in particolare il dipartimento della Pubblica Sicurezza), il ministero della Difesa e lo Stato maggiore della Difesa. Nell’inchiesta curata dalla procura di Roma rientrano le società quotate Digital Value Spa e Olidata Spa.