Una truffa da trentamila euro. È l’ipotesi di reato per cui Maria Rosaria Boccia sarà chiamata a comparire, nei prossimi giorni, in procura a Pisa. Assistita dal suo legale, l’imprenditrice che ha sfiorato la nomina a consigliera per i grandi eventi dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, potrà chiarire i contorni e le circostanze del «progetto immobiliare» sfumato, per il quale ora è indagata. Un’altra accusa, che si somma a quelle per violenza o minacce a corpo politico e lesioni personali già formulate dalla procura di Roma, a valle della denuncia sporta dall’ex ministro Sangiuliano. Il fascicolo aperto dalla pm Lydia Pagnini a Pisa riguarda dei fatti che risalgono a tre anni fa. È il 2021 quando Boccia si attiva per «proporre» e trattare la compravendita di un intero edificio in provincia di Napoli, dove si sarebbe dovuto inaugurare un ristorante. Le parti sembrano aver trovato l’accordo, ma il pagamento non va a buon fine. E la vicenda finisce dritta in un’informativa che la guardia di finanza di Pisa sottopone all’attenzione dei magistrati coordinati dalla procuratrice capo Teresa Angela Camelio. L’ammontare del mancato pagamento si aggira appunto intorno ai trentamila euro. Non è una cifra astronomica, ma è sufficiente a innescare l’indagine dei pm di Pisa, competenti territorialmente perché è qui che si è perfezionato l’affare, sfociato forse nella truffa ora oggetto dell’inchiesta. Nei giorni scorsi i militari della guardia di finanza di Torre Annunziata hanno notificato a Boccia l’invito a comparire in procura, oltre all’avviso di garanzia per proroga delle indagini.
«Deve essere interrogata sulla vicenda — fa sapere con una nota Camelio — che è di natura patrimoniale». Il procedimento, ricorda, usando una formula di rito, «è ancora nella fase delle indagini preliminari, pertanto Boccia beneficia della presunzione di non colpevolezza sino alla pronuncia della sentenza definitiva». Un’altra tegola per l’imprenditrice di Pompei, 41 anni, che nel Napoletano, insieme alla sua famiglia, gestisce da anni diversi negozi di abbigliamento d’alta gamma. Più tardi decide di allargare gli investimenti, mettendosi in proprio con la società Cult Comunication srl. Nel 2021 la compravendita da trentamila euro di un edificio destinato all’apertura di un ristorante. L’accordo, poi il mancato pagamento. Ora l’inchiesta corre parallela a quella romana. Ma non ha nulla a che vedere con l’ex ministro né con la nomina sfumata a consigliera per i grandi eventi del Collegio Romano.