Il gatto e la volpe sono Antonino Santillo e Gianfranco Piccirillo. Mangiafuoco è… lo conoscete. I consiglieri comunali sono Arlecchino, Pulcinella, Rosaura, due gendarmi e altre marionette. Pinocchio è Ferdinando D’Ambrosio: dice una cosa e ne pensa un’altra, pensa una cosa e ne fa un’altra. È fortunato, a differenza dell’originale non si allunga il naso quando racconta bugie. La Fata Turchina non c’è. Nella favola gotica di Orta di Atella verrebbe sottoposta a molestie e abusi di ogni genere dal libidinoso Mangiafuoco. Di Geppetto ce ne sono tanti. In città non mancano gli scarpari della politica. Dobbiamo fare incursione in altri cartoni per trovare Eduardo Indaco-Barbapapà, si allunga e muta forma a seconda delle circostanze e delle convenienze: “Resta di stucco, è un barbatrucco!”. Per scovare Andrea Villano bisogna recarsi a Puffolandia. Dal grande schermo escono Giuseppe Massaro e Salvatore Del Prete “Magò”. Il primo è un Hannibal Lecter in salsa ortese. Il secondo è il Freddy più famoso della storia del cinema, Krueger. Il nostro Freddy, quello de ‘noantri, è molto attento al portafogli. Uno dei suoi ultimi “colpi” è la vendita di una casa abusiva in via Alberto Sordi, comprata con l’intercessione di Mangiafuoco durante il boom edilizio. Mangiafuoco e Mangiatutto, una coppia inseparabile quando tra le strade sgorgavano fiumi di cemento. Marito e moglie prima dell’improvviso divorzio. Non chiedete chi era il marito e chi la moglie. Ma a volte ritornano. Ed ecco che la volpe Piccirillo torna alla ribalta dopo essersi ecclissato per lungo tempo. Una ritirata strategica. È lui il vero Highlander della politica locale. Sempre lì, in ambienti oscuri, a reggere i fili che legano Orta di Atella a Succivo. Scorsese starebbe pensando al secondo capitolo di “Quei bravi ragazzi”. Al cospetto di Piccirillo, Santillo diventa un gattino che fa le effuse. Dinnanzi a Mangiafuoco, Piccirillo e Santillo sono tremanti lillipuziani con gravi problemi di incontinenza.
Ma poiché la realtà supera la fantasia lasciamo i nostri personaggi discutere tra loro e passiamo all’accordo proposto da Santillo per la nuova giunta. Ecco lo schema: un assessorato a Orta al Centro, uno a Svolta Civica e tre a Prospettiva Futura per Orta. I nomi? Uno tra Andrea Villano e Florentina Lamberti (Orta al Centro), i riconfermati Pasquale Pellino, Tonino Russo e Annalisa Cinquegrana (Prospettiva Futura per Orta) e Eduardo Indaco (Svolta Civica). Ma è uno scherzo? Cinque componenti su sei sarebbero gli stessi. Dieci mesi di manfrina per cambiare un solo assessore! Un casino della mad… per un mini-mini rimpasto. Siamo oltre la fantapolitica. Ma Orta al Centro non ci sta. Non avrà un ruolo in questa sceneggiata. L’ex fascia tricolore Andrea Villano ha risposto a Santillo: “No, grazie. Per noi la giunta va cambiata dopo due anni e mezzo per dare agli assessori la possibilità di raggiungere i risultati prefissati”. Si libera un posto, dunque. Chi lo occuperà? Ci ha messo gli occhi D’Ambrosio di Fare Democratico per Orta Verde. Ma c’è un problema di quote rosa. O entra lui o Indaco. Si metteranno d’accordo? Vedremo. E Orta al Centro? Resterà in maggioranza senza poltrone e voterà punto su punto le proposte dell’amministrazione comunale. Il primo atto della commedia dell’arte è in programma domani, quando si alzerà il sipario del civico consesso. Tutti i consiglieri voteranno i due punti all’ordine del giorno. E poi tutti a casa felici e contenti. Che bella favola. Chissà se i cittadini ortesi si spelleranno le mani per applaudire?
Mario De Michele