Nella sezione delle Inchieste di Repubblica.it ci sono pubblicati i verbali dell’accusa nell’inchiesta Tarantini-P4. Ecco alcuni stralci.

BERLUSCONI E LA P4 È il 13 luglio scorso. In piena emergenza manovra, quasi a ridosso della mezzanotte, il premier “obbedisce” alle richieste di Lavitola e chiama il faccendiere da una scheda telefonica, intestata ad un cittadino peruviano, che lo stesso Lavitola gli ha fatto recapitare a Palazzo Chigi.

Valter: “Presidente… “. Berlusconi: “Eccomi.. ciao.. dimmi”. V.: “Allora.. buona sera… senta.. io.. come le ho scritto. Ce l’ha la nota che le ho fatto?”. B.: “Sì sì, l’ho letta almeno”. V.: “Allora.. guardi.. dottore.. a comprova di questo.. ci sta il fatto di ieri… sui giornali… che Bisignani”. B.: “Ma non capisco… perché io… mi debba occupare di queste cose… scusa… io non c’entro niente… sono lontano da tutto.. ma perché devo stare a parlarne?”. V.: “Dottore… ma come.. perché… devo starne a parlarne?… ” B.: “E scusami… non ho niente a che vedere con questa storia… Bisignani l’ho conosco da lontano.. l’avrò visto una volta in vita mia… Perché m’hai telefonato?”. V.: “Ma non c’entra nulla il telefonato.. questo stronzo qua.. sapeva sempre in anticipo.. le questioni che potevano riguardare lei… e anche per quelle robe che potevano riguardare me… dalla questione di Fini… in avanti.. fino agli ultimi giorni.. quando lui le disse.. quando Letta le disse che io ero il centro di questa cosa… E invece era Bisignani… io le dico una cosa… questo qui.. secondo me… ci stanno due ipotesi. La prima.. lei la esclude.. giustamente che Letta potesse in qualche modo essere d’accordo con questo, e la cosa è da escludere. Ma l’altra cosa che non è assolutamente da escludere, è che questo delinquente qui strumentalizzasse Letta. Allora siccome questo adesso finirà nei guai fino al collo perché come ci sono le anticipazioni di oggi già sui giornali… Questo lo rimettono in carcere, questo qui che è un mascalzone, andrà a raccontare.. tutte le vicende di Letta… che è riuscito a sapere”. B.: “Ma non sa niente delle vicende di Letta… (incomprensibile). Perché Letta è la persona più pulita e più onesta del mondo, quindi.. io non ho.. nessun timore di nulla… che riguardi Letta”. V.: “Dottore… Bisignani è senza dubbio uomo di Letta. Tramava contro Berlusconi.. e teneva rapporti operativi con nemici vero.. forse veri… Bocchino, D’Alema, Montezemolo”. B.: “Teneva rapporti con tutti.. non.. con ogni mio nemico.. Non ha mai fatto niente.. contro di me”. V.: “No.. dottore.. non è così.. È credibile, secondo lei, che Letta non sapesse.. quanto meno… delle costanti prese di distanza e affermazioni lesive… della sua personalità?.. è credibile?”. B.: “Ma lei, sono tutte cose… così… dici… cazzo… non fa niente… non si sbriga… che cosa sono?… niente… son descritti… sì.. circa il mio modo di comportarmi.. e allora?”. V.: “Niente da fare… dottore… quando questo stronzo qui… fa questioni di Adinolfi del quale lei sa io non sono un estimatore, per l’amor di Dio… Anche perché a me, non m’è mai piaciuto però, Adinolfi, alla fine della storia… lui ha giu… ha detto… a Mario Farina… io questo… non potevo.. non volevo neanche metterglielo per iscritto… che non si sa mai… ha detto a Mario Farina… persona amica mia… che è il fratello di Vittorio Farina.. col quale lui è in affari… ha detto testualmente – e l’ha detto al generale Lisi.. il quale glielo può confermare, ed è una persona seria – “vedrai che bello scherzo combino ad Adinolfi””. B.: “Chi l’ha detto questo?” V.: “Ah? L’ha detto… Bisignani”. B.: “E vabbè, contraddizioni.. antipatie loro… per me.. Adinolfi non è nessuno. Io non sono amico di Adinolfi… Ma io di questa storia, Valter, non me ne voglio interessare. Sono lontano cento chilometri da questa storia, è una cosa che non mi interessa… e non me ne voglio interessare. Di Letta sono sicuro non al cento per cento ma al cento per mille. E di tutto il resto non me ne fotte niente, capito? Di Bisignani… di Adinolfi… di tutti quei nomi lì… non me ne può importare di meno… quindi.. la questione.. che io mi coinvolga dentro una cosa del genere… neanche stare… soltanto a sentire”.

 

IL PREMIER E IL “PAESE DI MERDA” V.: “Ma dottore, io vorrei semplicemente che lei ne fosse cosciente… che il suo ufficio è di una tale permeabilità”. B.: “Ma anche di questo.. non me ne può importare di meno.. perché io sono così trasparente, così pulito nelle mie cose.. che non c’è nulla che mi possa dare fastidio, capito? Sono uno che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato… quindi, sono assolutamente tranquillo… a me, l’unica cosa che possono dire di me è che scopo. È chiaro? E quindi mi mettono le spie dove vogliono.. mi controllano le telefonate.. non me ne fotte niente… io.. tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei… da un’altra parte e quindi… vado via da questo paese di merda… di cui sono nauseato. Punto e basta. Scusami eh Valter… mi sembra che tu sia preso troppo da questa storia.. ma chi se ne fotte, dai. Son tutte balle dai”. V.: “Lo so… ma qui con le balle. Perché lei tutti i casini che ha avuto, non li ha avuti per delle gran balle? Lei che ha fatto.. pagava le puttane… o.. per caso… faceva le droghe.. o le cose? O le porcherie che dicevano loro? Io sinceramente non credo che ci sia una donna al mondo che se lei le telefona, dice vieni qua, a farmi una pompa, quella non viene correndo. Dottore, lei mi perdoni se mi permetto”.

BERLUSCONI E IL LODO MONDADORI Valter: “Sì. io sto bene, e lei dottore, come sta?” Berlusconi.: “Eh.. io non sto benissimo… sono senza forze… sento che mi hanno fatto una cosa troppo grossa… (riferimento alla sentenza di risarcimento per la Cir di De Benedetti, ndr)”. V.: “Come dice?” B.: “Mi hanno fatto una cosa troppo terribile, troppo grande… 25 anni di lavoro.. mandati in fumo, una rapina basata sul nulla. Basata su due giudici talebani di sinistra”. V.: “Un altro paio di cose… Veda che mi diceva il ragazzo, Giampi (Tarantini, ndr) che aveva avuto notizie dagli avvocati.. che.. da Perroni (l’avvocato di Tarantini, ndr)… che a Bari.. stiano facendo un’indagine contro Laudati… e dove sarebbe coinvolto Nicolò… Lui non so bene che cos’è la storia… mo’ mi faccio dire tutto.. e poi… dico a Perroni…”. B.: “Sì, sì, vabbè.. ma insomma.. questo, tutto per aria. Poi?”. V.: “Ah, va bene. Altra cosa.. Mi dice Pozzessere (direttore commerciale di Finmeccanica, ndr) domani poi le manda una nota sulla questione di quel senatore lì dell’Argentina… Insomma le mando una nota, sembra che stanno facendo un casino… io gli ho detto d’informarla.. ” B.: “Ah, quello lì.. è pericoloso, pericolosissimo. Esteban Caselli (responsabile all’estero del Pdl, ndr)”. V.: “Bravo., lui, Esteban Caselli… “.

LA LITE SUI 500MILA EURO Lavitola ha incassato 500mila euro che avrebbe dovuto girare a Tarantini, ma l’imprenditore barese viene a saperlo, solo molte settimane dopo, dal proprio avvocato. E accusa Lavitola di aver fatto il doppio gioco. È il 17 luglio scorso. Giampaolo Tarantini: “Senti Và (Valter), ti volevo dire una cosa strana che mi ha chiesto Perroni oggi”. Valter Lavitola: “Eh”. GT: “Mi sono incontrato… Va be’, che non so se tu sai che è uscito il fatto della D’Addario, va bè… che ha ritrattato tutto… Poi, ad un certo punto, mi prende un attimo e mi dice nell’orecchio: “Ma lei li ha avuti, ma, senta, mi tolga una curiosità, perché mi hanno chiesto… mi ha chiesto – inteso come Nicolò – ma ha avuto poi i 500, lei?”. Ho detto: “Guardi, ho detto, veramente no. Me li doveva dare, perché siamo rimasti così l’ultima volta””. VL: “Roba da pazzi. Questi sò scemi, sò pazzi”. GT: “Non vorrei che lui gli abbia detto così a Nicolò. Però la cosa che mi ha detto oggi mi ha fatto rimanere di merda, cioè, sono rimasto di c., io”. La tensione sale tra i due. E quando Tarantini si lamenta perché ha ricevuto troppo poco, svela che ha intenzione di chiedere al premier 3 milioni. E dice cita Lele Mora. GT: “Gli ha dato 4 milioni di euro, 4 milioni di euro, con tre bonifici, sui 4 milioni se n’è intascati 800 Emilio Fede (…) Ma l’hai vista la casa di Sabina? (forse la Began, definita l'”ape regina” dell’harem berlusconiano, ndr). VL: “Comunque se tu vai là e gli vai a chiedere 3 milioni, quello ti caccia a pedate”. GT: “Ma io non glieli chiedo. Io a lui gli voglio dire una cosa, mi voglio mettere di fronte e gli voglio dire: “Presidè io non c’ho una lira, sono disperato, sto facendo sta cazzo di operazione, nel frattempo, per favore, mi vuoi mantenere come Cristo comanda, senza avere rotture di coglioni di nessun genere?”. Mi deve dire no? Io non ci credo”. VL: Gianpà, quello che cosa ti deve dire, ti deve dire: “lo sto facendo”, com’è vero che lo sta facendo.

“TENIAMOLO SULLA CORDA” Lavitola sconsiglia all’imprenditore di parlare faccia a faccia con il premier e ragiona: Vl: “Allora io dico: perché non lo teniamo sulla corda del fatto che, comunque sia, quello… io gli continuo a pressare su quelle cose e si fanno e tu quello che ti devi prendere te lo prendi lo stesso, non si corre il rischio che invece non si prende proprio un c.?”.

IL “VANTAGGIO” DI BARI Tarantini parla con Lavitola soprattutto dell’inchiesta di Bari in cui è accusato di sfruttamento della prostituzione. E della riapertura dell’inchiesta. “È per darci un vantaggio”, dice Gianpi. GT: “È stato fatto per. per non chiudere le indagini, per non mandare l’avviso di conclusione, così non escono intercettazioni”. VL: “Embè, è che vantaggio ha il pm a riaprire le indagini, scusa” GT: “No, il vantaggio ce l’abbiamo noi; l’ha fatto apposta Laudati questo, perché, si sono messi d’accordo, nel momento in cui riaprono l’indagine e non mandano l’avviso di conclusione, non diventano pubbliche, le intercettazioni”.

LETTA AL QUIRINALE, TREMONTI A PALAZZO CHIGI In una conversazione tra Lavitola e alcuni personaggi legati a Finmeccanica, l’editore dell'”Avanti!” dà la sua visione dei conflitti in corso al governo. Lavitola: “Noi abbiamo Letta e Tremonti che non è vero che sono in lite, Letta e Tremonti sono in accordo. L’unica lite che c’è è su chi deve fare il Presidente… poi Letta al Quirinale e Tremonti a Chigi, inculandosi a Berlusconi”.

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