Neanche il tempo di assorbire la botta e già si torna in campo. Il calcio, a certi livelli, non conosce soste, è un tourbillon continuo. Il Napoli stamani si é ritrovato sul prato di Castel Volturno e Mazzarri, in tuta da lavoro, ha ripreso in mano i suoi fogli sui quali annota, con certosina pazienza, schemi, tattiche, dati tecnici ed atletici relativi ai suoi giocatori. Hanno riposato, è ovvio, coloro i quali hanno giocato e perso ieri sera allo Juventus Stadium.

A tutti gli altri, invece, il tecnico livornese ha riservato una normale seduta di lavoro. E domani pomeriggio si replica, ma questa volta l’allenamento riguarderà tutta la rosa. C’é da preparare la trasferta a Dnepropetrovsk dove giovedì sera il Napoli non dovrà perdere se vorrà mantenere buone possibilità di superare il turno a gironi dell’Europa League. Mazzarri, uno stanco Mazzarri che non esclude a fine anno di prendersi un anno sabbatico come Guardiola, a causa dell’incombente impegno europeo, ha poco tempo anche per riflettere con calma su quanto si è verificato ieri sera. Il tecnico lo aveva detto in tempi non sospetti: comunque vada a finire la partita di Torino, non accadrà nulla di decisivo. Ed in effetti il Napoli rimane da solo al secondo posto in classifica, a tre punti dalla capolista, con trenta partite da giocare. Tuttavia gli spunti di riflessione per l’allenatore partenopeo ci sono eccome. Dice Mazzarri: fino a meno di dieci minuti dalla fine della partita, tutto era filato liscio e se la gara fosse finita 0-0 nessuno avrebbe potuto recriminare o polemizzare, anche perché il Napoli e la Juventus si sono più o meno equivalsi sul terreno di gioco. Però quel che si addebita a Mazzarri è una sua cronica ritrosia ad intervenire in corso d’opera per cambiare la partita della sua squadra con modifiche tattiche o con appropriate sostituzioni. Insomma l’allenatore azzurro non è stato capace di fare, a tempo debito, ciò che ha fatto sull’altro fronte Antonio Conte il quale, inserendo Caceres e Pogba, ha sparigliato le carte al momento giusto e si è preso i tre punti. In particolare molti tifosi non comprendono l’attendismo eccessivo nell’inserire Insigne al posto di uno spento Pandev, per tentare mettere in difficoltà la difesa juventina grazie alla velocità ed alla fantasia della giovane stella dell’ Under 21. Al tecnico qualcuno – critica e tifosi – addebita anche un suo mancato intervento per rimediare alla straripante superiorità dimostrata da Asamoah su uno spento Christian Maggio. Domande, critiche, spunti di riflessione sui quali Mazzarri avrà tempo di fare approfondimenti. Ma non ora. Il difficile impegno di Coppa in Ucraina è davvero dietro l’angolo.

 

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