Alla fine nemmeno il pullman è bastato a contenere l’entusiasmo dei giovani e la massiccia affluenza degli iscritti e dei simpatizzanti di Capodrise. La folta delegazione partita ieri pomeriggio (1 dicembre) da via Francesco Rao, con in testa il segretario dell’Udc, Grazia Giaquinto, e il sindaco Angelo Crescente,

alla volta di Caserta si è dovuta dividere: una parte nell’autobus granturismo messo a disposizione dal partito e una parte, altrettanto consistente, in una decina di vettura, strapiene. Nel gruppo si sono intravisti Carlo Pontillo, Antonio De Filippo, Gaetano Argenziano, Giuseppe Montebuglio, Vincenzo Negro, Andrea Cecere, Domenico Massaro, Giovanni Cecere, Tommaso Raucci, Vincenzo Liquori, Giusy e Laura Crescente e tanti altri. L’evento, del resto, lo richiedeva: l’arrivo nella città capoluogo di Pierferdinando Casini, atteso all’hotel “Crowne Plaza”, nell’ex area “Saint-Gobain”, nell’ambito della convention “Belle speranze per l’Italia”, organizzata da un vulcanico commissario regionale dell’Udc, Gianpiero Zinzi, nonché segretario nazionale dei giovani, in collaborazione con la segreteria provinciale. Al centro dell’evento, le buone pratiche di alcuni giovani, che, provenendo da questo territorio o decidendo di investire sulla nostra provincia, si sono distinti. Sul palco sono salite persone “vere” provenienti da diverse realtà socioculturali, ma senza appartenenze partitiche, che hanno illustrato la loro visione del Paese, basata sulle esperienze maturate durante il proprio percorso professionale. Scuola, ricerca, sociale, impresa e sport sono state alcune delle tematiche affrontate nel corso dell’incontro.

«Condivido il pensiero di Gianpiero – chiosa il segretario dell’Udc di Capodrise, Giaquinto – quando dice che il riscatto della nostra società passi attraverso una riscossa culturale, un cambio radicale nella nostra mentalità e nelle nostre abitudini. Bisogna scrollarsi di dosso le incrostazioni del disfattismo e superare l’agiatezza del “tutto mi è dovuto”. Le “belle speranze” ci hanno fatto capire che la curiosità, la voglia di emergere, la perseveranza – conclude Giaquinto – possono ribaltare l’inerzia del piano inclinato della propria storia personale».

 

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