La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera nei confronti della procura e del gip di Milano che, rispettivamente, hanno indagato e rinviato a giudizio immediato il premier Silvio Berlusconi con le accuse di concussione e di prostituzione minorile nell’ambito del caso Ruby.
La decisione di oggi è, però, solo un preliminare via libera: il conflitto sarà deciso nel merito tra qualche mese. Non prima del prossimo inverno, dunque, si saprà se la Consulta accoglierà o meno la richiesta votata a maggioranza dell’aula Montecitorio di annullare tutti gli atti di indagine sul caso Ruby e il decreto di giudizio immediato del premier. Il conflitto nasce dall’avvio del processo con rito immediato nei confronti del premier per i reati di concussione e prostituzione minorile. La maggioranza parlamentare, che aveva votato alla Camera il 3 febbraio 3scorso il rifiuto dell’autorizzazione agli inquirenti milanesi che avevano chiesto di perquisire l’ufficio di Giuseppe Spinelli, contabile di fiducia di Berlusconi, aveva ritenuto che l’avvio del processo violasse le prerogative di Montecitorio. Rimandando a Milano gli atti e segnalando l’incompetenza della procura a giudicare sui reati ministeriali eventualmente commessi dal capo del governo.