SALERNO – La Procura di Salerno ha chiuso una parte dell’inchiesta sul ritrovamento del cadavere di Elisa Claps, avvenuto il 17 marzo 2010 nel sottotetto della Chiesa della Trinità di Potenza. Avvisi di chiusura indagini per false dichiarazioni al pm – atto che frequentemente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio – sono in corso di notifica da parte della Polizia di Potenza ad Annalisa Lo Vito e a sua madre Margherita Santarsiero, le due donne addette alle pulizie della chiesa.

( Le due donne – secondo l’accusa – avrebbero mentito al pm riguardo a un avvistamento del cadavere precedentemente alla data del ritrovamento “ufficiale”. In particolare le due donne – secondo quanto emerso durante l’inchiesta – si erano recate nel sottotetto alcune settimane prima del ritrovamento, avevano visto un corpo ed avevano informato il viceparroco don Wagno, circostanza confermata anche da quest’ultimo. Successivamente al ritrovamento “ufficiale” del 17 marzo, avvenuto ad opera di due operai, le due donne avevano negato di essersi mai recate nel sottotetto e di aver visto un corpo. Anche successivamente, quando la vicenda è emersa, le due donne, parlando con i giornalisti, avevano ribadito di non essersi mai recate in quel sottotetto. Altre vicende legate al ritrovamento del cadavere sono tutt’ora all’esame della magistratura di Salerno. Elisa Claps era scomparsa a Potenza il 12 settembre 1993, il suo corpo è stato ritrovato dopo 17 anni: per l’omicidio, un uomo di Potenza, Danilo Restivo, detenuto in Inghilterra per un altro delitto, è stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione. Il processo d’appello dovrebbe svolgersi nella prossima primavera a Salerno. Nell’ambito dell’inchiesta sul ritrovamento del cadavere di Elisa Claps, l’avviso di conclusione delle indagini è in corso di notifica anche al perito Vincenzo Pascali la cui perizia non riscontrò la presenza di Dna di Danilo Restivo, condannato a 30 anni – il massimo della pena previsto dal processo con rito abbreviato – sui resti di Elisa. Dna che, invece, fu trovato sulla maglietta della studentessa potentina dai carabinieri del Ris di Parma e Roma. Le posizioni di altre persone coinvolte sarebbero al centro di un ulteriore stralcio dell’inchiesta che è ancora in corso.

 

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