NAPOLI – “Il muro di gomma dei dirigenti locali non respinga una buona semina Caro Bersani tocca a te ora mettere le cose in chiaro”. La Lega Democratica napoletana scrive al segretario nazionale del Pd richiamando l’attenzione su ciò che sta accadendo all’interno del partito a Napoli e in Campania.
“Caro Segretario Pier Luigi Bersani, qui si rischia davvero di esporre il PD e il tuo progetto di governo a pesanti attacchi e a dannose strumentalizzazioni per le note incoerenze espresse nelle primarie e delle quali si discute sulla stampa nazionale e i dirigenti locali non confermano nè smentiscono, come dovrebbe fare chi ha a cuore gli interessi della ditta. Quelle del 29 dicembre, a differenza delle primarie del 25 novembre che furono una festa della democrazia- sottolineano gli esponenti di Lega Democratica- per la scelta dei parlamentari a Napoli e in Campania hanno riproposto le carte vincenti dei capibastone le primarie sono state in buona parte drogate. Alle 18.00 il segretario provinciale dichiarava che gli elettori recatosi ai seggi era del 50% e tre ore dopo si superava il 90% e alle sei del mattino erano ancora in corso, qua e là, le operazioni di”scrutinio”. Da allora un silenzio eloquente. Sono state descritte e rese pubbliche sui blog e sui media situazioni paradossali: in troppi seggi, che hanno poi determinato la graduatoria dei vincenti, hanno votato (in tantissimi a loro insaputa) oltre il 100%degli aventi diritto. Il 5 gennaio poi, apprendiamo dalla cronaca de Il Mattino, si è riunita la direzione regionale del partito. Non per cercare di fare una prima analisi su quello che si stava acclarando ma per chiedere a Roma di dimezzare da quattro a due il listino che spetta al segretario candidato premier, con la motivazione sorprendente, che chi non ha la candidatura sicura non si sarebbe poi impegnato a fare la campagna elettorale. Tutta questa elevata discussione si è svolta sotto la regia del segretario regionale che pare, pur non partecipando alle primarie, sia un papabile del posto sicuro. Ci viene da scrivere: ma ci sono o ci fanno? Caro segretario, non vogliamo essere facili profeti ma qui si rischia davvero di esporre il PD e il tuo progetto di governo a pesanti attacchi e a dannose strumentalizzazioni per le note incoerenze espresse nelle primarie e delle quali si discute sulla stampa nazionale e i dirigenti locali non confermano nè smentiscono, come dovrebbe fare chi ha a cuore gli interessi della ditta. Senza popolo non si governa e non si vince sui territori e se il nostro popolo è virtuale Tocca a te adesso mettere un po’ le cose a posto, per quello che si può. Anche se le notizie che giungono dal quartier generale non sembrano andare in questa direzione. Se in Campania 2, il capolista sarà il vicesegretario Letta, che poi potrà scegliere di optare per l’elezione altrove, per quella derisione delle candidature multiple, per favorire un Campano presumibilmente della stessa corrente del capolista, davvero non sapremo più se il solo piangere sul latte versato può bastare. Una città e una Regione in mano alla criminalità organizzata, alle lobby, ai clan familiari che esprimono consenso e potere contrastati da quel poco che lo Stato fa e dal molto che i cittadini e le cittadine operose fanno per non far morire la speranza in un futuro diverso dalla fuga. Abbiamo espresso soddisfazione per la candidatura della giornalista Rosaria Capacchione che è costretta a vivere sotto scorta per fare il proprio lavoro. Ci siamo detti: forse a Roma fanno sul serio. Forse anche qui da noi è possibile eleggere un deputato che demarchi con nitida luce una scelta politica di campo. E ci siamo messi a spiegare a tutti, in modo riservato ma pressante, che era giunto il tempo che la città di Napoli e la Campania esprimesse una candidatura simbolo: un familiare delle vittime civili e innocenti per mano criminale e che questo simbolo fosse espresso dalla vastissima Area nord della città, che ti ricordiamo è formata dai quartieri della faida e dagli adolescenti boss. Questa richiesta l’abbiamo fatta da tempo al segretario provinciale e regionale e ad autorevoli esponenti del partito; l’abbiamo inviata anche ad alcuni membri della segreteria e della direzione nazionale. A due giorni dall’annunciata pubblicazione delle liste. Non un cenno che ci dicesse si o no e ci spiegasse convincendoci il si il no pronunciato. Un silenzio che ci fa riprendere quella nostra tragica affermazione: lasciateci morire ammazzati e in pace. Perché, se ad altri è concesso candidare uomini come Cosentino a noi si chiede altro. Caro segretario Pier Luigi Bersani, hai affermato, commuovendoci, che avresti declinato in azioni di governo le parole moralità e lavoro. In questi giorni hai, giustamente, rivendicato l’ultima parola sulle liste. Non deluderci, non lasciare che il muro di gomma dei nostri dirigenti locali respinga ogni buona semina”