“La sentenza del caso Cucchi, che vede i medici coinvolti come gli unici colpevoli, appare francamente sconcertante. Non e’ ne’ credibile ne’ giusto che in un terribile caso che ha visto coinvolti in un lungo arco di tempo piu’ livelli dell’amministrazione pubblica, siano solo i medici a raccogliere su di se’ l’intera responsabilita’ di quanto accaduto”.
E’ il commento dell’Anaao Assomed alla sentenza della Corte d’assise che ieri ha condannato i sei medici coinvolti nel processo per la morte di Stefano Cucchi mentre ha assolto agenti e infermieri. “Diventate insignificanti le condizioni cliniche al momento dell’ingresso in ospedale, tutto e’ stato derubricato ad uno stato di malattia trattato con negligenza professionale. Professionisti da anni impegnati nella sanita’ pubblica con il loro bagaglio di esperienza professionale e di sensibilita’ deontologica sono, cosi’, additati come protagonisti di un’associazione a delinquere. Lo Stato assolve se stesso e derubrica quanto e’ successo a colpa medica. Con la sentenza di ieri i medici sono diventati il capro espiatorio non solo di inefficienze organizzative, ma anche di latitanze politiche e istituzionali, travolti da un circuito mediatico e giudiziario autoreferenziale che altera l’intero impianto della responsabilita’ professionale, mostrando l’urgenza di risposte legislative chiare e risolutive”.
Secondo il sindacato della dirigenza medica, “occorre che tutti siano consapevoli che il pregiudizio di colpevolezza del medico, a prescindere da ogni contesto e situazione contingente, alimenta una medicina difensiva che corrode quotidianamente l’intero sistema della tutela della salute e accompagna la crisi senza freni della sanita’ pubblica, in cui il lavoro medico e’ reso sempre piu’ gravoso e rischioso. L’Anaao Assomed esprime rispetto per chi e’ coinvolto in tanto dolore, condividendone la denuncia sulla incongruita’ della riduzione di un episodio oscuro a banale malasanita’, insieme con la convinzione che anche per i medici, come per ogni cittadino italiano, valga la presunzione di innocenza fino al definitivo giudizio che accerti le individuali responsabilita’ a tutti i livelli”.