AVERSA – “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. E’ una delle frasi più celebri della regina del giallo Agatha Christie e calza a pennello sull’atteggiamento politico di Salvino Cella, l’ex candidato sindaco del centrosinistra contro Sagliocco alle elezioni comunali di un anno fa. L’uomo nuovo scelto da Lorenzo Diana, accettato da Sinistra Ecologia e Libertà e, seppur come un’imposizione, dal Partito Democratico.

Cella rappresentato come il volto giovane e il futuro del centrosinistra ad Aversa nel quale scelsero di aver fiducia 9960 stanchi di dieci anni di governo del centrodestra. Una fiducia sistematicamente tradita e qui veniamo agli indizi.

Il primo. I voti in consiglio comunale di Cella contro i provvedimenti dell’amministrazione comunale si contano sulle dita di una mano. Più volte il giovane consigliere provinciale, pur facendo un intervento critico, si è poi allontanato al momento di votare. Ha destato scalpore, inoltre, l’ultimo discorso, quello tenuto in occasione del confronto sulla mozione presentata da Imma Lama sull’area ex Ctp. Un elogio dell’operato del primo cittadino che ha stupito anche i più fervidi sostenitori del sindaco Saglocco.

Il secondo. La totale assenza di un coordinamento delle forze d’opposizione che oggi è lasciata soltanto al Partito Democratico. Il centrosinistra come coalizione si è sgretolato all’indomani delle elezioni e colui che avrebbe dovuto essere il leader non si è fatto certo carico di rimetterne insieme i cocci.

Il terzo. Dell’avvicinamento di Cella a Sagliocco si vocifera all’indomani delle elezioni. Ma oggi noi di CampaniaNotizie possiamo mostrarvi in esclusiva una foto dell’ex candidato sindaco del centrosinistra a cena con il fratello del primo cittadino, con Ciro Coscione, candidato al consiglio comunale e segretario in pectore del movimento Noi Aversani. Una cena in cui potrebbero esser stati definiti scenari politici cittadini anche perché il sindaco ha ritagliato per il fratello il ruolo di mediatore politico, di pontiere anche all’interno della maggioranza. Inoltre, sembra che il fratello di Sagliocco sia una presenza costante nella casa comunale e che addirittura vada a trattare a nome del comune con la Senesi. Certo di chi fidarsi se non di un membro della propria famiglia ma con 6 assessori e una schiera di fedelissimi consiglieri comunali scelti dagli aversani i conti proprio non tornano. Se proprio il sindaco ha bisogno dell’apporto del fratello nel governare la città perché non gli assegna un incarico ufficiale (a costo zero per le casse comunali sia chiaro ndr)?

Ad Aversa nei mesi scorsi un manifesto dei G accusava il sindaco di essere un podestà, qui sembra di esser di fronte ad un governo oligarchico le cui porte per il momento sono aperte e il caso Cella lo dimostra.

Angelo Golia

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