E’ per me causa di profondo dolore pensare alla scomparsa di S. E. Mons. Pietro Farina, uomo di profonda e solida fede che, nel corso degli anni, ha saputo insegnare e trasmettere con umiltà a tutti noi quel significato profondo ed intimo della sua vocazione pastorale.
Mi rendo conto che è difficile, in poche righe, esprimere tutta la bellezza che il suo ricordo ha lasciato nel mio animo, che se pur addolorato, riesce a gioire per la ricchezza dei suoi ormai indelebili insegnamenti.
Devo a lui il senso di altissimo rispetto che sento per la missione politica che attualmente m’impegna poiché, attraverso esempi concreti, ha saputo mostrarci la giusta chiave di lettura per poter essere ogni giorno persone migliore al servizio della collettività e di un territorio non sempre facile.
Lo ricordo da sempre impegnato per “gli altri”, fin dai tempi del suo operato iniziato come parroco della piccola comunità di Mezzano, attraverso l’impegno per il Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni quale erede del compianto Don. Salvatore D’Angelo, poi come vescovo di Alife – Caiazzo e, da ultimo, Vescovo di Caserta, attraverso la sua instancabile attività di uomo di chiesa ispirato e presente.
Resteranno per sempre vive nel cuore di tutti noi le sue battaglie affrontate quotidianamente dove ha saputo far trionfare, col sorriso di un buon padre, la creatività e l’impegno per far crescere la nostra diocesi ricordandoci il valore della propria missione intesa come “servizio”, impegnandosi per far coincidere l’anno pastorale 2012-2013 della diocesi casertana ad Anno della Fede, così come voluto dal Papa Benedetto XVI al fine di ricordare il Concilio vaticano II e la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Ora, nel momento del ricordo, appare più evidente dentro di me e, credo in tutti quelli che lo hanno conosciuto o incontrato, la presenza del suo spirito umile e generoso che, dialogando con la nostra anima, ci invita a non dimenticare l’importanza e il prestigio della missione che ci impegna ogni giorno richiamandoci sul nostro fermo dovere di operare sempre a favore degli altri, servendo e assistendo chi ha bisogno ricordando che la politica deve essere ispirata a valori superiori che trascendano la miseria dell’utile particolare essendo, come lui ci ha insegnato, un “servizio”, concetto già caro anche a Don Luigi Sturzo: “La missione del cattolico in ogni attività umana, politica, economica, scientifica, artistica, tecnica è tutta impregnata di ideali superiori, perché in tutto vi si riflette il divino”.
Pensando a lui, mi sovvengono, adesso, le bellissime parole di Madre Teresa di Calcutta: “Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice”. Credo che questo sia il significato più intimo ed irrinunciabile che il cammino di “Don Pietro” abbia dato a tutti noi attraverso la sua vita e la sua opera per gli altri che, nonostante, la sua scomparsa, sono sicuro continuerà a donarci.
Ass. Donato Affinito