NAPOLI – Chiedono chiarezza, mappatura dei terreni, spiegazioni su cosa si intenda per ‘bonifica’ e bocciano il decreto del Governo sulla Terra dei Fuochi. Sono gli agricoltori che, in quelle aree, si sono visti sottrarre a poco a poco il loro lavoro e, in qualche caso gli stessi terreni. Oggi con un trattore, cartelli e le bandiere della Cia, la Confederazione italiana di agricoltori, sono arrivati davanti alla sede del Consiglio regionale per manifestare il loro dissenso. Giuseppe Crispino è un agricoltore di Caivano che, nel novembre scorso, si è visto sequestrare insieme con un altro gruppo di suoi colleghi, appezzamenti di terreno per un totale di 43 ettari.
”Avevamo commissionato noi stessi le analisi da far condurre a laboratori sulla qualità di acqua e terreno – ha raccontato – I risultati non hanno indicato problemi di sicurezza alimentare per i consumatori”. Nonostante questo, poiché nelle acque usate per l’irrigazione sono stati rinvenuti metalli pesanti, ”i terreni ci sono stati sequestrati”. ”Abbiamo fatto eseguire analisi dalla Facoltà di Agraria – ha aggiunto, mostrando i risultati degli esami – e i prodotti che noi coltiviamo sono perfetti”. E, ha poi spiegato, ”stando ai parametri del Noel, che indicano il più basso livello di dose senza effetti osservabili, bisognerebbe per un individuo con un peso di 60 chilogrammi, 14 chili di cavolo per poter raggiungere la soglia minima indicata”. ”I nostri prodotti sono controllati, quelli che vengono dall’estero no – ha proseguito – certifichiamo le aree e se sono pericolose, sono il primo a distruggere i prodotti se non sono sani”. In relazione al decreto del Governo sulla Terra dei Fuochi, gli agricoltori temono ”il sequestro di tutti i terreni perché quella legge è stata fatta senza stabilire preventivamente i parametri di idoneità per acqua e terreni”.
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