Hollywood e’ sotto shock: Philip Seymour Hoffman , il premio Oscar per “Capote’, è stato trovato morto nel bagno al quarto piano del suo appartamento del West Village. Probabile overdose, ha sentenziato la polizia. Era stato un amico, preoccupato perche’ non riusciva a raggiungerlo, a scoprire il cadavere dell’attore a meta’ mattinata, la siringa apparentemente ancora infilata nel braccio, vicino al cadavere fiale contenenti eroina. Hoffman, proprio come l’autore di A Sangue Freddo che nel 2006 gli aveva fatto vincere gli Academy Awards, aveva avuto in passato gravi problemi di droga e nella primavera 2013 si era fatto ricoverare una decina di giorni in riabilitazione per abuso di eroina: “Ero caduto dal carro”, aveva spiegato in una intervista, dopo essere rimasto “pulito” per 23 anni.

Da allora pareva che tutto fosse tornato a posto visto che l’attore stava per imbarcarsi per un nuovo set in Europa. Una piccola folla si e’ radunata sotto la casa al numero 35 di Bethune Street, subito cordonata dalla polizia. Un uomo ha deposto una rosa rossa sui gradini dell’edificio. Increduli gli amici: “L’avevo visto questa settimana in strada, dopo che aveva lasciato le figlie alla nostra scuola. Mi sembrava in forma, sono senza parole”, ha commentato su Twitter Richard Turley, direttore creative di Business Week. Legato da anni alla costumista Mimi O’Donnell, Hoffman aveva due bambine, di otto e sei anni e un maschietto di dieci. Sotto shock e listati a lutto i commenti su una sponda e sull’altra dell’Atlantico: la notizia ha raggiunto molti vip mentre si recavano allo stadio per il Superbowl, l’evento sportivo per cui l’America si ferma e che quest’anno si gioca per la prima volta a East Rutherford di fronte a New York.

Per il comico Ricky Gervais Hofman “e’ stato uno dei più grandi attori di una generazione, dolce, umile, divertente”, mentre la cantante e attrice americana Lindsay Pearce ha postato con rabbia: “Troppe anime si perdono per l’abuso di droga. Terribilmente triste” e l’attore britannico John Hurt ne ha evocato l’eccezionale talento “davanti e dietro la macchina da presa”. Hoffman aveva debutto da regista nel 2010 con Jack Goes Boating. Nato nel 1967 in una famiglia middle class nello stato di New York, Philip Seymour aveva sfondato negli anni Novanta con film come Happiness, Boogie Nights (1997), The Big Lebowski (1998), Magnolia (1999) e The Talented Mr. Ripley (1999). L’Oscar di Capote era arrivato nel 2006. Oltre alla statuetta l’attore aveva collezionato nomination come non protagonista per Charlie Wilson’s War, Doubt e The Master per il quale nel 2012 vince a Venezia la Coppa Volpi come miglior attore insieme con Joaquin Rafael Phoenix.

Tra gli altri successi, per citarne solo alcuni,anche Mission Impossible III (2006) e Hunger Games, la ragazza di fuoco (2013) Fin da ragazzo aveva voluto fare l’attore dopo aver visto a 12 anni una produzione locale di “All My Sons”: “Fu l’esperienza che mi cambio’ per sempre”, aveva raffrontato in una intervista al New York Times: “Un miracolo. Ma questo tipo di amore cosi’ profondo per lo spettacolo ha un prezzo: recitare e’ una tortura perche’ e’ sai che e’ una bellissima cosa. Desiderarla e’ facile. Cercare di essere grande, questa e’ la tortura”.

 

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