Imputato di corruzione per aver convinto, al prezzo di tre milioni di euro, il senatore Sergio De Gregorio, che era stato eletto nelle liste dell’Idv, a schierarsi con il centrodestra contribuendo a determinare la caduta del governo Prodi.
E’ l’accusa dalla quale dovrà difendersi Silvio Berlusconi al processo che comincia martedì prossimo davanti al tribunale di Napoli e in cui è chiamato in causa anche l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola che nella vicenda ha avuto un ruolo di intermediario. Non sarà della partita De Gregorio che ha chiuso i conti patteggiando una pena di un anno e 8 mesi. Il fatto che il suo legale, l’avvocato Carlo Fabbozzo, abbia presentato di recente ricorso in Cassazione non muta la posizione processuale del personaggio intorno alle cui dichiarazioni ruota l’accusa. Appare comunque scontato che i pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock nel corso del dibattimento lo convocheranno perché confermi in aula le rivelazioni fatte durante le indagini preliminari, quando affermò di aver ricevuto dal Cavaliere due milioni in contanti in varie tranche, depositatati poi sui suoi conti, nonché un milione sotto forma di finanziamento a Italiani nel Mondo, il movimento di cui è stato promotore e leader. Quello che si apre l’11 febbraio (ma si tratterà solo di una falsa partenza in attesa di risolvere le questioni sulla composizione del collegio giudicante) sarà sicuramente un dibattimento complesso, anche per i quesiti di carattere giuridico che i magistrati sono chiamati a risolvere, problemi in gran parte inediti in assenza di precedenti e di una giurisprudenza consolidata. In primo luogo si tratta di valutare uno degli argomenti che sicuramente rappresenterà un cardine delle tesi difensive sostenute dai legali di Berlusconi, gli avvocati Michele Cerabona e Niccolò Ghedini e che si sostanzia nell’interrogativo: può sussistere il reato di corruzione in assenza del vincolo di mandato riconosciuto ai parlamentari dalla Costituzione (in parole povere, il fatto che il deputato o il senatore non sia obbligato a votare seguendo le indicazioni del partito nelle cui liste è stato eletto)? Ma a parte gli aspetti formali e dottrinali, il processo si baserà soprattutto sui fatti contestati, ovvero i presunti tentativi di accordi, i pagamenti o le promesse di soldi e “altre utilità”, in altre parole la presunta campagna acquisti che va sotto il nome di ”Operazione Libertà” e che Berlusconi, secondo l’impostazione accusatoria, avrebbe messo in atto anche nei confronti di altri senatori, tra il 2006 e il 2008, allo scopo di dare una spallata alla traballante maggioranza su cui si reggeva il governo Prodi. Nella lista dei testimoni indicati dal pubblico ministero figurano, tra gli altri, lo stesso Prodi, l’ex leader dell’Idv Antonio Di Pietro, i senatori Anna Finocchiaro e Giuseppe Caforio e Paolo Rossi (gli ultimi dure sarebbero stati avvicinati nel tentativo di convincerli a cambiare schieramento), e l’uomo d’affari italo-argentino Carmelo Pintabona, che dovrà riferire sulla lettera di minacce indirizzata a Berlusconi e mai spedita da Lavitola. Ci vorrà tempo comunque prima che il dibattimento entri nel vivo. Martedì l’udienza servirà esclusivamente per l’espletamento di una formalità: la presa d’atto dell’astensione del presidente della quarta sezione del Tribunale, Loredana Acierno, che ha ritenuto di non prendere parte al processo per ragioni di opportunità, essendo la moglie dell’ex procuratore di Bari Antonio Laudati, finito lo scorso anno al centro di polemiche e di un procedimento del Csm per la gestione dell’inchiesta Tarantini- escort in cui è coinvolto Berlusconi. Il processo è già stato assegnato dal presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi, in base a criteri predeterminati, a una diversa sezione: la prima, collegio C, presieduta da Nicola Russo e di cui faranno parte i consiglieri Antonio Baldassarre e Tiziana D’Amato (quest’ultimo è un Got, ovvero un giudice onorario del tribunale). Ma anche questa composizione del collegio è destinata ad essere modificata: il giudice onorario dovrebbe essere infatti sostituito da Serena Corleto, che assumerà la funzione di presidente e con Russo e Baldassarre nel ruolo di consiglieri. Il 12 febbraio sarà in ogni caso formalizzata la costituzione di parte civile del Senato, decisa dal presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama, Piero Grasso