Una gestione in netta discontinuità con il passato, con un “no” deciso alle grandi mostre che “servono solo a fare carriera”, e un’apertura senza pregiudizi ad investimenti privati. Si presenta con idee chiare Fabrizio Vona al primo appuntamento ufficiale alla Reggia di Caserta in qualità di Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale di Napoli e la Reggia di Caserta, una figura introdotta dal Decreto Cultura del 2 agosto scorso. Vona è intervenuto oggi alla presentazione della mostra “Vanvitelli segreto e i suoi pittori da Conca a Giaquinto – la Cathedra di Petri”, insieme al direttore regionale dei Beni Culturali della Campania Gregorio Angelini e all’ex sovrintendente Paola Raffaella David, oggi funzionaria a Pisa.
Il nuovo sovrintendente avrà competenza su sette monumenti-museo, sei a Napoli, tra cui spicca Capodimonte, ma anche la bellissima Certosa di Capri. “Nessuna deminutio per la Reggia Vanvitelliana, anzi la Soprintendenza speciale è una grande opportunità di rilancio” assicura Vona che non vuol sentir parlare di primogenitura tra i monumenti che dovrà gestire. “Gli incassi della Reggia resteranno a Caserta – spiega – e il nostro primo obiettivo sarà di portarli dagli attuali 500mila euro annui agli 1,2 milioni di euro di venti anni fa. I visitatori dovranno aumentare, come è successo a Capodimonte nel 2013 dove sono passati da 97mila a 130mila. Ci proveremo creando una rete reale tra i vari musei, penso ad un biglietto integrato che permetta l’accesso a tutti i monumenti della Sovrintendenza speciale. Con i soldi incassati – prosegue – faremo manutenzione ordinaria in modo da rendere davvero efficienti i servizi per il pubblico. Allestiremo mostre, ma solo quelle che valorizzano il nostro patrimonio interno, non quelle da qualche milione di euro, magari con opere che arrivano dall’estero, e che non portano un vero incremento dei visitatori. In questo periodo di crisi non ce lo possiamo più permettere”. Sul ruolo che potranno avere i privati, Vona cita l’esempio di Capodimonte dove sono stati realizzate nei bellissimi giardini serate con la musica dal vivo e il dj. “Dopo questi eventi – afferma – abbiamo avuto un grande incremento di visitatori e soprattutto tanti ragazzi, anche delle zone più svantaggiate di Napoli, hanno appreso che quel ‘coso rosso’ era un museo. La cultura deve essere di tutti”.