Non c’è niente da fare, è più forte di lui, un istinto naturale: Pasquale Piccirillo non riesce a stare lontano dai guai giudiziari. Dopo l’arresto per truffa aggravata ai danni dello Stato (leggi l’articolo), l’editore del gruppo Lunaset e titolare dello studio dentistico “Sdp” di Recale (unico convenzionato con la Regione Campania, chissà perché?) è incappato di nuovo nelle maglie della legge. Una delle aziende editoriali di fatto gestite da lui, la “Dossier società cooperativa giornalistica”, è finita nel mirino della Polizia tributaria di Taranto. L’attività ispettiva è scattata in Puglia perché come d’incanto l’azienda, per motivi apparentemente inspiegabili, ha spostato da qualche mese la sede legale da Caserta a Grottaglie. L’accertamento delle forze dell’ordine tarantine riguarda i contributi percepiti dalla “Dossier” nel 2010, erogati dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria in base alla legge sui finanziamenti alle testate giornalistiche. Nelle casse della società cooperativa, e quindi di chi di fatto la gestisce, cioè il buon Piccirillo, sono finiti in pochi anni milioni di euro. Oltre 200mila solo per il 2010. E proprio in riferimento a quest’anno la Polizia tributaria sta indagando per verificare se la “Dossier” ha adempiuto agli obblighi connessi allo stanziamento di contributi pubblici.

I fondi “incriminati” sono quelli richiesti e ottenuti per il quotidiano “Buongiorno Campania”, diretto dall’impareggiabile Franco Genzale, un nome, una garanzia. Sotto la lente degli investigatori c’è la composizione dell’azienda e il ruolo svolto dai soci. La “Dossier” infatti ha incassato milioni di euro per la sua natura giuridica di cooperativa giornalistica. Ma è su questo aspetto che la Tributaria sta facendo chiarezza. Gli inquirenti stanno accertando se i componenti della cooperativa abbiano effettivamente ricoperto il ruolo di soci e se abbiano partecipato in concreto all’attività degli organi sociali (assemblee e amministrazione) nelle decisioni strategiche della società. In altre parole, gli investigatori vogliono appurare se si tratta di soci veri o solo sulla carta. Un sospetto più che fondato che starebbe avendo già i primi riscontri. Alcuni dei giornalisti-soci sono stati ascoltati dagli investigatori e hanno confermato che di fatto non hanno mai partecipato concretamente all’attività amministrativa e societaria della “Dossier”.

E qualora, come appare probabile, le dichiarazioni dei giornalisti trovassero riscontri oggettivi, Pasquale Piccirillo finirebbe in un mare di guai giudiziari per l’ipotesi di un’altra truffa ai danni dello Stato. Poco male per uno come lui che ormai ci ha fatto l’abitudine. Che sarà mai per un ex detenuto affrontare eventualmente un altro processo. Tra l’altro in vista del caldo estivo potrebbe essere anche un sollievo finire un po’ al fresco.

Mario De Michele

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