Domani il Festival dell’Impegno Civile incontrerà e racconterà le storie PerBene delle donne in difesa del territorio e dei tanti giornalisti che stanno portando avanti una dura battaglia contro l’accordo di lavoro autonomo già ribattezzato “l’iniquo compenso”.
Venerdì, alle 11,00 la diciottesima tappa della prima manifestazione italiana interamente realizzata sui beni sottratti alle mafie raggiunge la Casa del Giornalista di Vico Caricatoio ai Cariati, nei Quartieri Spagnoli. Qui, il Coordinamento Giornalisti Precari della Campania, in collaborazione con Radio Siani, ha organizzato l’incontro Raccontare le ecomafie, che con Palma Kaiser (Rete Kommons) e Chiara Bellisario (coordinamento Comitati Fuochi) metterà al cento proprio il ruolo che le donne, in Campania e non solo, hanno nelle battaglie per il risanamento ambientale e contro il biocidio. Ma sarà anche l’occasione per sostenere la lotta che tanti giornalisti stanno conducendo per la libertà e la dignità di questa professione: «La storia ci insegna che i giornalisti svolgono un ruolo essenziale nella lotta alle mafie e vanno sempre rafforzati gli strumenti che garantiscono la piena autonomia e l’alta professionalità di questo lavoro» affermano gli organizzatori del Festival «L’accordo firmato anche dalla FNSI si palesa invece come uno strumento di estrema precarizzazione che mette a rischio la possibilità stessa della libertà di stampa, legalizzando quella che appare una forma di sfruttamento piuttosto che un contratto di lavoro. Per queste ragioni» continuano gli organizzatori della kermesse promossa dal Comitato Don Peppe Diana e da Libera Coordinamento provinciale di Caserta «ci schieriamo con convinzione a fianco di quanti, innanzitutto quei giornalisti che già sono costretti ad esercitare la professione da precari, stanno sostenendo quella che è innanzitutto una battaglia di civiltà. Come continuiamo a sostenere, raccontare e condividere la lotta per la difesa del territorio, contro le ecomafie e il biocidio. Il percorso che stiamo realizzando per costruire “le terre di Don Peppe Diana”» concludono i promotori del Festival «è fatto di tante storie per bene che possono determinare un reale cambiamento per il nostro Paese. Proprio per questo quella di domani è una tappa di grande importanza»