I Carabinieri del NOE di Salerno, agli ordini del Capitano Giuseppe Ambrosone, unitamente a quelli della locale Stazione, guidati dal Maresciallo Michele Di Mauro, a Castel San Giorgio (Sa), hanno apposto i sigilli di sequestro ad una estesa area di circa quindicimila metri quadrati, già adibita a discarica di RSU, rifiuti solidi urbani. Il sito, ubicato alla località Lavatotio-Paterno della frazione Trivio del comune, è stato utilizzato per molti anni, e quasi fino agli inizi degli anni 90, quale discarica comunale autorizzata di rifiuti solidi urbani dei quali ad oggi ne risulta, evidente, sversata una enorme quantità di diversa tipologia. Le attività di indagine sono state dirette e richieste dai magistrati della sezione reati ambientali della Procura della Repubblica del Tribunale di Nocera Inferiore, guidata dal Procuratore Capo Giovanni Francesco Izzo, ed effettuate, attesa la delicatezza del caso, con ogni urgenza dai Carabinieri della locale Stazione con il supporto dei militari del reparto di specialità ambientale NOE. Nel corso dell’articolato ed approfondito sopralluogo alla discarica, eseguito dai Carabinieri unitamente a personale tecnico dell’ARPAC –Dipartimento provinciale di Salerno-, tecnici del comune di Castel San Giorgio, tecnici dell’ASL Salerno -Distretto di Nocera Superiore-, nonché di geologi precedentemente incaricati dal comune, è stato accertato un diffuso e grave inquinamento ambientale per la presenza di metalli pesanti ed idrocarburi eccedenti i limiti di legge. Difatti, dalla relazione geologica del tecnico incaricato dall’Ente comunale è emerso un evidente ed attuale inquinamento dei terreni superficiali interni ed esterni all’area della discarica, con la presenza di una concentrazione di inquinante del tipo “toluene” superiore ai limiti CSC (Concentrazione Soglia di Contaminazione), diffuso in tutta l’area di discarica e nei rifiuti esaminati. Il sito di discarica, di proprietà privata, ha inoltre evidenziato nei rifiuti misti a terreno campionato, molteplici superamenti delle CSC, mostrando un inquinamento dovuto a metalli pesanti, quali berillio, stagno, cromo totale e zinco, nonché da composti organici PCB, policlorobifenili, e fitofarmaci. Ancora, nelle acque di falda analizzate nei due pozzi ubicati rispettivamente in prossimità della discarica e nel piazzale della chiesa S.Michele Arcangelo di Trivio, si è rilevato un superamento delle CSC per alcuni IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), nonché Tetracloroetilene ed Idrocarburi Totali. Inoltre, l’analisi delle acque superficiali analizzate nella vasca di raccolta ubicata a valle della discarica ha rilevato la presenza di ferro e manganese, oltre che di IPA ed Idrocarburi Totali. L’indagine geofisica ha fatto emergere l’assenza di impermeabilizzazione di fondo della discarica. La relazione geologica conclude che è possibile affermare che dalle analisi effettuate sul sito di discarica emerge un superamento delle CSC, sia per i suoli che per le acque di falda, ed evidenzia la necessità di procedere alla redazione del piano di caratterizzazione di dettaglio ai sensi dell’art 242 e seguenti del D.Lgs 152/2006. Nel corso del sopralluogo l’intera area di discarica è risultata coperta da vegetazione spontanea e sulla sommità ed in alcuni punti del corpo di discarica affiorano vari rifiuti plastici, quali bottiglie, bidoni e frammenti vari. A valle del sito di discarica i Carabinieri del NOE ed i tecnici non rinvenivano alcun sistema di raccolta del percolato di discarica. Inoltre, le particelle catastali individuanti la discarica sono risultate gravate dal vincolo paesaggistico, nonché del vincolo idrogeologico. Il sindaco di Castel S. Giorgio, in esito agli accertamenti geologici, ha subito emesso ordinanza che vieta l’emungimento temporaneo di acqua dai pozzi privati ubicati in via dott. Pietro Fimiani, via Ugo De Conciliis ed in tutta la località Paterno della Frazione Trivio, per uso potabile, irriguo, zootecnico ed igiene personale, nonché il pascolo nella medesima località Paterno Viste le complessive risultanze delle indagini e del sopralluogo, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno e quelli della Stazione Carabinieri di Castel San Giorgio, hanno dunque proceduto al sequestro preventivo dell’interso sito ex discarica comunale in fondo di proprietà privata, avendo ritenuto concretizzate le ipotesi di reato circa il disastro ambientale colposo, la distruzione o il deturpamento di bellezze naturali, ed il reati di cui all’art.256 del D.Lgs 152/2006 (Codice dell’Ambiente) in relazione allo smaltimento illecito del percolato di discarica. Le attività di indagine, direttamente coordinate dal Procuratore Capo presso il Tribunale di Nocera Inferiore, dott. Giovanni Francesco Izzo, riguardanti anche i profili autorizzativi del sito e la gestione post-operativa dello stesso, proseguono ora per individuare i responsabili, nel tempo, proprietari e gestori, e tutti quanti coloro hanno concorso, anche con condotte omissive alla commissione di tali gravi reati in danno dell’ambiente.