La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, tramite il procuratore Maria Antonietta Troncone, ha diffuso alcune precisazioni per mquel che riguarda gli alloggi abusivi di Casal di Principe:

1. La situazione era già stata fatta presente dal sindaco in data 29 marzo scorso (data inizialmente fissata per l’esecuzione), con l’accoglimento delle richieste di rinvio, tant’è che l’esecuzione è stata differita sino a pervenire alla data del 2 settembre 2021, restando ferma l’assunzione da parte del sindaco dell’impegno d’individuare una sistemazione alloggiativa adeguata per i due nuclei familiari.

2. Decorso ampiamente il termine concesso, è stata fissata pertanto l’esecuzione al 2 settembre, non potendosi ulteriormente rinviare la demolizione, anche in virtù delle situazioni di pericolo del fabbricato, tali da poter compromettere l’incolumità fisica dei minori”.

3. Entrambi i nuclei familiari hanno reperito soluzioni abitative alternative. In particolare, è emerso che uno dei due nuclei familiari era già anagraficamente residente, sin dal dicembre 2020, in un’abitazione diversa da quella oggetto della demolizione, usufruendo di alloggio popolare, così come riferito da uno dei componenti del nucleo alla polizia giudiziaria operante. Il secondo nucleo familiare ha ugualmente riferito alla polizia giudiziaria, alcuni giorni prima dell’esecuzione, di aver rinvenuto una soluzione alloggiativa in affitto. Pertanto, appaiono venuti meno i presupposti posti a fondamento della richiesta di rinvio.

3. Le demolizioni trasmettono il segnale inequivocabile che l’abusivismo viene combattuto fino in fondo e che, soprattutto, non è conveniente”. “Peraltro, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nell’individuazione dei manufatti abusivi da abbattere – ha precisato la dottoressa Troncone – utilizza dei criteri di priorità, di natura oggettiva e predeterminata, che non rispettano il solo ordine cronologico, ma che tengono conto soprattutto della pericolosità statica che strutturalmente presentano detti manufatti soprattutto al fine di salvaguardare l’incolumità pubblica delle persone”.

4. Il manufatto abusivo, oggetto di una sentenza penale di condanna del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione distaccata di Aversa, passata in giudicato il 6 luglio 2005, che contiene l’ordine giudiziale di demolizione del manufatto abusivo (con conseguente ripristino dello stato dei luoghi) di proprietà di I.A., risulta essere sprovvisto di autorizzazioni urbanistiche ed è pertanto privo di alcun tipo di progetto strutturale e edilizio, nonché di certificazione di agibilità, con riferimento alla vigente normativa in materia, compreso quella sanitaria. Il manufatto abusivo, edificato in zona agricola, composto da tre livelli fuori terra, per una enorme cubatura pari a circa 2.370 metri cubi (l’enorme cubatura evidenzia che non si tratta di edificazione per necessità abitativa. Fabbricato realizzato senza alcun criterio di regolarità sismica e risulta essere privo di collaudo sismico, non essendosi provveduto al doveroso deposito degli atti progettuali presso l’Ufficio dello Sportello Unico dell’Edilizia competente, in una zona coperta da diversi vincoli: sismico, zona agricola e di inedificabilità dal piano regolatore comunale. Inoltre l’immobile, presenta diverse situazioni di ulteriori pericolo, quali l’assenza di passamano e parapetti sulle scale (tra l’altro allo stato grezzo) per l’accesso agli appartamenti, con evidente e concreto pericolo di caduta dall’alto. Anche l’impianto elettrico presenta elevate criticità, in quanto sono presenti nel manufatto abusivo numerosi fili elettrici “volanti”.

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