Si è conclusa sotto la sede della Prefettura di Caserta la manifestazione indetta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl contro il decreto “Salva Italia” varato del governo Monti. Il corteo che era partito dal piazzale antistante la stazione ferroviaria, dove lavoratori e pensionati della provincia si erano radunati sin dalla mattina, è proseguito lungo le strade del centro cittadino dove canti e cori di protesta hanno fatto da colonna sonora alla rabbia dei partecipanti che chiedevano la rimodulazione delle misure su rivalutazione delle pensioni, Imu, pensioni di anzianità ed addizionali IRPEF.

Presenti i Segretari provinciali di tutte le Organizzazioni sindacali che hanno marciato assieme ai loro iscritti per l’intero percorso, alternandosi dietro lo striscione posto alla testa del corteo. Da tempo i sindacati avevano proclamato lo sciopero generale di tre ore e l’incontro in extremis di ieri sera a palazzo Chigi non aveva modificato le posizioni, un nulla di fatto che li ha spinti a confermare la scelta di astenersi dal lavoro. Folta la presenza della Ugl che non ha fatto mancare il suo apporto concedendosi alla stampa per le dichiarazioni di rito. Secondo il Segretario provinciale Sergio D’Angelo “Nell’immediato sono necessarie la rimodulazione dell’istituenda Imu che consenta di calcolare l’imposizione sulla prima casa tenendo conto della composizione del nucleo familiare del proprietario residente e reddito dichiarato, e l’innalzamento del tetto delle pensioni da indicizzare. Auspichiamo interventi più equi che sappiano intervenire sulle fasce alte di reddito e che sappiano aggredire l’evasione fiscale”. “Il Governo Monti è, nato per aggredire la crisi economica e la speculazione dei mercati che stava indebolendo il ‘sistema Italia’” ha aggiunto il Segretario regionale del Settore Agroalimentare Ferdinando Palumbo che ha scelto Caserta per manifestare il proprio dissenso “riconosciamo pertanto le motivazioni che hanno ispirato la manovra economica, ma il solo criterio del ‘fare cassa’, non può essere condiviso dai lavoratori che rappresentiamo”. “E’ necessario ricordare al governo Monti” ha concluso Ciro Tarotto (Ugl Metalmeccanici) “che una intransigente applicazione delle norme proposte nella manovra finanziaria farebbe precipitare nella disperazione tanti lavoratori che espulsi dal mercato del lavoro con procedure di mobilità verrebbero a trovarsi senza remunerazione né stipendio né pensione”.

 

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