CASAPESENNA – Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Sezione misure di prevenzione), ”accogliendo in parte la proposta avanzate dal Direttore, ha emesso a carico di Zagaria Guido, 45enne di Casapesenna (Ce) il decreto di confisca beni e l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza,

con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 2 anni e 6 mesi e il pagamento delle spese della procedura”. E’ quanto si legge in una nota della Direzione investigativa antimafia, Centro operativo di Napoli. Il valore approssimativo dei beni sequestrati ammonta a circa 700 mila euro. Zagaria, prosegue la nota, ”e’ ritenuto appartenente all’organizzazione camorristica denominata dei ‘casalesi’. Fin dal 1987 fu oggetto di indagini, assieme al fratello Vincenzo, nonche’ ad altri affiliati locali dell’ organizzazione camorristica ‘Nuova Famiglia’. Le investigazioni accertarono che Zagaria Vincenzo e Guido avevano instaurato un autentico clima di terrore e di omerta’ in Casapesenna, favorendo le infiltrazioni della criminalita’ organizzata nel settore pubblico e privato, condizionandone le scelte ed i programmi”. ”Com’e’ noto -rimarca la Dia- la peculiarita’ del gruppo criminale dei ‘casalesi’ e’ la sistematica infiltrazione nel tessuto economico della provincia di Caserta, attuata sia direttamente, mediante la costituzione da parte di appartenenti al clan di attivita’ imprenditoriali finalizzate all’acquisizione di appalti pubblici, sia mediante il controllo di attivita’ economiche facenti capo ad imprenditori compiacenti”. ”Utilizzando l’arma della corruzione e dell’intimidazione -spiega la Direzione investigativa antimafia- e successivamente attraverso l’inserimento di propri uomini negli enti locali, si innestava un perverso accordo trilaterale tra politici, imprenditori e camorra; di conseguenza il meccanismo della libera concorrenza veniva del tutto stravolto attraverso gli illeciti patti sulla assegnazione degli appalti ed i costi della corruzione venivano interamente scaricati sulla spesa pubblica”. Come riferito anche da collaboratori di giustizia, ”i fratelli destinatari della misura di prevenzione patrimoniale -prosegue la nota della Dia- hanno svolto ruoli non di semplici prestanome, ma di elementi affidabili per compiti di stabile collaborazione nelle attivita’ di gestione e di rappresentanza anche con esponenti del mondo imprenditoriale e della pubblica amministrazione. Guido Zagaria costituiva l’ elemento contiguo delle attivita’ mafiose del congiunto Vincenzo”. ”Essi -si legge ancora nella nota- sono da definirsi la ‘facciata pulita’, necessaria a quest’ultimo, supporto logistico indispensabile per il riciclaggio dei proventi derivanti dalle molteplici attivita’ delinquenziali del medesimo, mediante l’intestazione a loro nome di beni patrimoniali, di societa’ e ditte imprenditoriali, attraverso le quali, usufruendo del peso camorristico del congiunto, sono riusciti ad accaparrarsi appalti pubblici e pubbliche commesse”. Guido Zagaria venne anche colpito da ordinanza di custodia cautelare, coinvolto nell’operazione Spartacus 2 e condannato nel 2004 per associazione camorristica. Tuttora e’ imputato in diversi procedimenti penali per reati di estorsione, truffa e riciclaggio e per associazione camorristica. ”Si occupava della gestione di tre lidi balneari sul litorale domizio -conclude la nota della Direzione investigativa antimafia- inoltre conduceva, su un terreno di loro proprieta’, una fiorente attivita’ di allevamento bufalino, per la produzione di latte da destinare alla caseificazione, nel quale sono state sequestrate diverse centinaia di bovini”.

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