TRENTOLA DUCENTA – “Il Tar del Lazio ha depositato la sentenza che accoglie le ragioni della Compagnia dei Felicioni contro la decisione di sospensione del comodato d’uso del bene confiscato nel quale operano assunta dal sindaco di Trentola Ducenta. Una sentenza che sana una grave lesione del diritto. Ora speriamo semplicemente venga ripristinato un clima di serenità che consenta alla casa famiglia di proseguire il proprio delicatissimo lavoro con minori che vengono da storie tanto complesse”: lo afferma il presidente della Commissione Regionale per i Beni Confiscati Antonio Amato commentando la sentenza n. 07864/2012 del Tar del Lazio con la quale viene annullata la sospensione del comodato d’uso di un bene confiscato al killer dei Casalesi Dario De Simone disposta dal sindaco di Trentola, accogliendo così il ricorso presentato da chi quel bene lo gestisce, la casa famiglia appartenente alla Comunità di Capodarco.

“A più riprese la commissione che presiedo si è occupata di quanto stava accadendo a Trentola, con una delle migliori esperienze italiane di riutilizzo dei beni confiscati che rischiava di chiudere per la decisione del sindaco e della sua giunta di revocare il comodato d’uso dell’immobile confiscato ai casalesi nel quale opera la casa famiglia. Insieme ad associazioni e cittadini, alla chiesa e a esperti della materia, abbiamo più volte sollevato enormi perplessità sulle motivazioni e sul procedimento adottato, con una decisione monocratica palesemente in contrasto con l’abc del diritto amministrativo. Oggi il Tar dispone proprio l’incompetenza del sindaco e la potestà del consiglio comunale ad assumere simili decisioni. Dispiace che si sia dovuti ricorrere al tribunale e soprattutto spendere migliaia di euro di soldi dei cittadini per ripristinare un semplice e palese principio di legittimità. Ho ricevuto – prosegue Amato – pesanti attacchi personali che pure in modo scurrile mettevano in dubbio competenze e capacità della funzione svolta. Ma non intendo tornare su questi temi, sperando piuttosto che questa sentenza serva a saldare un principio e soprattutto aiuti tutti a rasserenare gli animi. Siamo pronti a collaborare con l’amministrazione comunale di Trentola per definire un percorso che consenta il prosieguo dell’attività dei Felicioni. Un’attività che ha contribuito in tutti questi anni a restituire serenità a bambini che hanno vissuto storie terribili, ed ha dato dimostrazione delle straordinarie opportunità offerte dal riutilizzo dei beni confiscati”. “Ricordo – conclude il presidente della Commissione regionale – che abbiamo interessato di questa vicenda e della più complessiva questione del riutilizzo dei beni confiscati presenti a Trentola il Prefetto di Caserta, la dott.ssa Pagano, ed i suoi uffici. Attendiamo ora che, anche a fronte di questa importantissima sentenza destinata a fare giurisprudenza, si apra un tavolo per garantire che non solo la casa confiscata a De Simone, ma anche gli altri immobili confiscati nel comune casertano possano essere finalmente restituiti alla collettività. Daremo il nostro pieno contributo a questo scopo che, siamo certi, sta a cuore all’intero consiglio comunale di Trentola e ai cittadini di un territorio che, anche grazie ai Felicioni, alla Chiesa e alle associazioni come Libera e il Comitato Don Peppe Diana, si sta schierando in modo netto contro la camorra e il malaffare”.

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