CASERTA – L’Unione Casertana Antiracket (UCA) aderente alla Federazione Antiracket Italiana (Fai), si è costituita oggi parte civile nell’udienza preliminare in corso dinanzi alla Sezione 37 del GIP di Napoli che vede imputati per associazione mafiosa ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso più soggetti che, secondo la DDA di Napoli, hanno agito per conto e per interesse del clan dei Casalesi, chiedendo ingenti somme di denaro ad imprenditori ed operatori economici di Lusciano, in provincia di Caserta.

I fatti sarebbero avvenuti dal 2004 al 2010. L’UCA è la prima associazione antiracket della Provincia di Caserta e si è costituitasi nel 1998 grazie all’impulso di Tano Grasso, presidente nazionale della FAI ed al coraggio di tutti gli attuali componenti dell’associazione paretana, che hanno denunciato il sistema del pizzo. “Una decisione – spiega l’avvocato Giovanni Zara che rappresenta l’Uca – che dovrebbero assumere sempre più Enti locali, tant’ è che come FAI abbiamo firmato, già da due anni, un protocollo d’intesa con l’ANCI, grazie al quale i Comuni di tutta Italia, possono avvalersi della difesa del nostro ufficio legale sostenendo solo il costo delle spese vive”.

 

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