“Ormai possiamo dire che sono cinque i morti, sicuramente un bilancio drammatico”. È quanto ha affermato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Oggi si pone il lutto cittadino e il lutto regionale – ha anche detto Eugenio Giani – Voglio che si rifletta, affinché ognuno che ha una competenza possa mettere in atto il proprio impegno perché certe cose non si possano ripetere”. Sono proseguite anche nella notte, ma ancora senza esito, le ricerche dell’ultimo operaio disperso sotto il crollo nel cantiere di via Mariti a Firenze. I vigili del fuoco agiscono con decine di unità di personale e le squadre Usar (Urban search and rescue) specializzate nella ricerca e nel soccorso di dispersi fra le macerie. Allo stesso tempo le operazioni notturne hanno messo in sicurezza il cantiere, dove è a rischio il cumulo di grandi travi di cemento prefabbricato venute giù nel cedimento del 16 febbraio. Il cantiere è sotto sequestro. Secondo quanto si apprende, inoltre, nella notte i soccorritori avrebbero operato anche su un punto esatto dell’area del crollo, un punto dove avrebbe potuto essere posizionato il corpo dell’operaio disperso ma poi questa ricerca, mirata, non ha dato esito, è risultata negativa. Le ricerche del disperso sono contestuali alla cauta rimozione di travi e blocchi crollati. “Sfido la premier Meloni a fare un decreto che porti le tutele degli articoli 41 e 119 del Codice degli appalti pubblici anche nei cantieri privati sopra 500 mila euro. E invito tutte i partiti a votarlo. Bastano poche righe”. Lo spiega Alessandro Genovesi, capo della Fillea, gli edili della Cgil, in un’intervista a Repubblica dopo le morti sul lavoro a Firenze. Il Codice è quello di Salvini. “Certo – prosegue -. Lì ci sono norme a tutela del lavoro e altre deleterie come il subappalto a cascata senza limiti”. Quel Codice non si applica però al cantiere di Firenze. “Per questo io dico: facciamo l’opposto di quanto fatto da Salvini quando ha portato la giungla e il Far west del subappalto a cascata dal privato al pubblico – aggiunge -. Estendiamo al privato quanto c’è di buono nel Codice”. Genovesi fa degli esempi come “l’obbligo di applicare il contratto edile, evitando di usare contratti che costano meno e con meno tutele. Il divieto al ribasso sui costi per manodopera e sicurezza. E la parità economica e normativa tra lavoratori in appalto e in subappalto”. A Firenze se le cose fossero state così “avremmo saputo subito quante aziende c’erano e quanti lavoratori. Impedito a Esselunga di avere ribassi su manodopera e sicurezza – conclude -. L’obbligo della formazione e dei rappresentati territoriali della sicurezza. Non avremmo avuto squadre di cottimisti e di ditte individuali”.

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