La mafia arretra e uccide di meno. E’ per questo che il presidente della Corte d’appello di Palermo, Vincenzo Oliveri, considera “il numero dei reati per omicidio volontario e tentato omicidio volontario, come per gli anni precedenti, non particolarmente rilevante”.

Nella sua relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, il vertice del distretto di Palermo, Agrigento e Trapani ricorda che ci sono stati complessivamente, in tutte e tre le province, 74 omicidi (dei quali 37 ad opera di ignoti) e 48 tentati omicidi, “in netta diminuzione rispetto al periodo precedente”. Il maggior numero di omicidi si e’ verificato nella zona di Palermo (43), a Marsala (10) e nel circondario di Termini Imerese (11). Solo 5 gli omicidi consumati nel circondario di Agrigento, 4 in quello di Trapani e 1 in quello di Sciacca. “Soltanto due omicidi sembrano riferibili a logiche di contrasto nell’ambito della criminalita’ organizzata – ha rimarcato Oliveri -. Si tratta dell’omicidio di Davide Romano, trovato incaprettato dentro il bagagliaio di un’auto il 6 aprile 2011, e dell’omicidio di Claudio De Simone, assassinato due giorni dopo. Tenuto conto della personalita’ delle vittime, entrambe operanti nell’ambito dello spaccio di stupefacenti, e’ verosimile che i due delitti siano da attribuire a logiche di spartizione delle zone di influenza e di predominio della criminalita’ organizzata, largamente influenzata dalla presenza di Cosa Nostra”. Il presidente si e’ poi soffermato sulla “consistente crescita dei procedimenti penali per lesioni ed omicidio colposo, scaturiti da denunce e querele sporte a carico di soggetti esercenti l’attivita’ medico-chirurgica. I procedimenti per omicidio colposo contro sanitari aumentati del 57% rispetto all’anno precedente (da 43 iscrizioni tra noti e ignoti si e’ passati a 67 iscrizioni nell’anno di riferimento)”. Per i procedimenti collegati a lesioni colpose “l’incremento e’ stato ancor piu’ significativo (200%).

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