Non e’ riuscita a rispondere alle domande del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Zheng Lia, la donna cinese il cui marito e’ stato ucciso insieme alla figlia di pochi mesi nell’agguato di qualche giorno fa a Roma. La visita del presidente Napolitano, a quanto si apprende da esponenti della comunita’ cinese,

e’ durata poco proprio per le fragili condizioni della donna alla quale il presidente avrebbe chiesto, tra le altre cose, se c’e’ qualcosa di utile che possa fare per lei il governo italiano. ”Questa visita vuole essere un gesto innanzitutto di vicinanza affettuosa a una madre distrutta dal dolore per l’orribile assassinio del suo bambino e di suo marito”, ha detto Napolitano Sanno di essere braccati e si nascondono in un luogo preciso. Controlli senza sosta per gli investigatori, in ogni angolo della strada e in alcune abitazioni, ma anche all’estero per stanare i due marocchini accusati di aver ucciso lo scorso 4 gennaio a Roma un cittadino cinese di 31 anni e sua figlia Joy, di nove mesi. Nei confronti dei killer la magistratura romana ha emesso due decreti di fermo: segno che i carabinieri e inquirenti sanno chi sono e attorno a loro stanno ormai facendo terra bruciata. I rapinatori assassini hanno un nome e un volto.

E ora sono ricercati in Italia e all’Estero in una gigantesca caccia all’uomo grazie anche al supporto di foto, dei loro dati e della tecnologia. Ma anche di un loro imperdonabile e grossolano errore, segno di improvvisazione nel crimine, che potrebbe portare rapidamente alla loro cattura . I killer che hanno distrutto la famiglia Zeng, uccidendo con un solo colpo padre e figlia, sono in realta’ due giovani marocchini di circa trenta anni, e almeno uno di loro ha piccoli precedenti per furto, rapina e ricettazione. I due nordafricani sono dei senza fissa dimora che si aggiravano nella zona di Torpignattara, ma anche rapinatori inesperti, che ora presi dal panico si nascondono dopo un ‘pasticcio’ finito nella tragedia e nel sangue. Uno di loro sarebbe rimasto ferito ad una mano e probabilmente il suo sangue avrebbe macchiato le banconote, circa 16mila euro, poi ritrovate in una delle due borse sottratte alle vittime e che i rapinatori avevano abbandonato in un casolare a due chilometri dal luogo del delitto. Ma i rapinatori sarebbero stati ripresi anche da alcune telecamere durante la loro fuga. Una fuga che pero’ sembra avere le ore contate. Sembra invece per ora esclusa l’ipotesi del basista dietro la sanguinosa rapina, qualcuno che poteva conoscere la vittima, le sue attivita’ e il giro d’affari dell’uomo.

 

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