Doppio blitz anti-evasione in stile Cortina anche a Milano. Il primo è scattato sabato notte nei locali della movida milanese da parte degli ispettori dell’Agenzia delle entrate, mentre l’altro è avvenuto oggi a opera della guardia di finanza, che ha passato al setaccio 230 fra negozi (in gran parte di abbigliamento), bar e ristoranti in centro città.

Significativo il risultato dei controlli: 75 locali, cioè il 30 per cento, non hanno emesso lo scontrino o la ricevuta fiscale, facendo registrare una percentuale gran lunga superiore alla media che, secondo le statistiche della stessa guardia di finanza, si aggira fra il 10 e il 13 per cento. A partire dalle 10 e per quasi tutto il giorno 120 militari del comando provinciale, tra cui anche 20 ‘baschi verdi’, suddivisi in 50 pattuglie, hanno fatto visite a tappeto in piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, piazza San Babila, via Paolo Sarpi, corso Buenos Aires, piazza Cadorna, corso Genova e nelle zone in cui nel weekend gli esercizi commerciali sono aperti per lo shopping e per la passeggiata domenicale. Oltre ai 75 commercianti che non hanno rilasciato lo scontrino o la ricevuta fiscale e che dovranno pagare una sanzione amministrativa – in genere viene oblata versando 150-170 euro, ma alla terza violazione scatta la chiusura temporanea del negozio – sono stati sequestrati un centinaio tra capi di abbigliamento e accessori contraffatti, cioè con false griffe, e un senegalese è stato denunciato. Denunciati anche due immigrati per la mancata esecuzione di provvedimenti di espulsione. Con gli accertamenti di sabato notte, autonomi rispetto a quelli di oggi, nel capoluogo lombardo si dovrebbe aprire una settimana di passione per i commercianti allergici allo scontrino e al fisco: i controlli della guardia di finanza dovrebbero proseguire, mentre negli uffici di via Manin si lavorerà per incrociare i dati raccolti con quelli dichiarati. Nell’operazione nei locali della movida milanese, fra ispettori dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps e agenti della polizia locale, sono state impiegate 450 persone e sono stati controllati 120 locali soprattutto in corso Como, Brera e in zona Ticinese, ma anche qualche proprietario di auto di lusso. Le violazioni più vistose hanno riguardato il mancato aggiornamento dei registri contabili, l’incongruità con i dati dichiarati per gli studi di settore (per esempio il numero di locali, il numero del personale e così via) ai fini della redditività presunta, le irregolarità nell’emissione degli scontrini e la presenza di un centinaio di dipendenti non regolari, cioè in nero, e addirittura clandestini. Il Codacons plaude all’iniziativa. “I blitz come quello a Cortina, Roma e ora a Milano non solo sono sacrosanti, ma chiediamo siano ripetuti a ogni fine settimana, a turno, nelle varie città a vocazione turistica o dove c’è la movida, per quanto riguarda ristoranti, bar e locali notturni”, ha dichiarato il presidente Marco Maria Donzelli. “Inoltre vanno estesi a tutti i giorni della settimana per quanto riguarda anche le altre categorie a rischio evasione, dalle grandi imprese ai gioiellieri, che dichiarano in media 13.500 euro all’anno”.

 

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