Il movimento No Tav festeggia (”abbiamo raggiunto i nostri obiettivi”, sono le parole di uno dei leader, Alberto Perino) e ovunque si tira un sospiro di sollievo. La tanta temuta manifestazione contro la Torino-Lione, otto giorni dopo gli scontri di Roma, si e’ svolta in modo assolutamente pacifico,

sulle montagne da Giaglione a Chiomonte. Nessuno e’ riuscito a violare le reti del cantiere (c’e’ stato solo un taglio simbolico da parte delle donne in testa al corteo) e il clima, fra manifestanti e responsabili dell’ordine pubblico, e’ sempre stato di collaborazione. ”E’ una risposta significativa ai fatti di Roma”, commenta il sottosegretario all’Interno Michelino Davico. ”La strategia che abbiamo messo in atto ha funzionato – continua – il cantiere alla fine e’ risultato inviolato”. Il prefetto di Torino Alberto Di Pace esprime ”apprezzamento per il modo pacifico con il quale si e’ svolta la manifestazione. I nostri obiettivi sono stati pienamente conseguiti”. Il Presidente del Piemonte, Roberto Cota, ringrazia ”sentitamente le forze dell’ordine. Adesso pero’ – aggiunge – sarebbe ora di finirla con questo teatrino, piu’ che altro mediatico. La Tav si fara’: il processo e’ inarrestabile”. L’immagine finale di centinaia di manifestanti che, sulla strada del ritorno, sfilano davanti alle forze dell’ordine non piu’ in tenuta antisommossa, e’ la fotografia di una giornata in cui la tensione e’ via via scemata. Molti osservatori elogiano le forze dell’ordine per il loro comportamento e chi li ha coordinati in una giornata difficile. I No Tav rivendicano un atteggiamento pacifico, ”lo stesso – dicono – che abbiamo sempre avuto”. L’azione di prevenzione delle Forze dell’ordine si riassume in questo bilancio: 747 persone identificate, 491 auto controllate, 11 denunciati, sei fogli di via obbligatori e sequestri di maschere da sub e antigas, bastoni di legno chiodato, caschi, parrucche, bandiere e magliette nere, cesoie, tronchesine e paracolpi imbottiti. In Val di Susa, oggi, non c’e’ stata la folla oceanica di altre proteste NoTav, ma in migliaia (15.000 secondo il presidente della Comunita’ Montana, Sandro Plano; 3.500 secondo la Questura di Torino) hanno aderito alla marcia verso le reti del cantiere, con l’intenzione di tagliarle dichiarata alla vigilia. Ma si sono dovuti accontentare di tagliare una piccola rete a due chilometri dal cantiere, protetto da zona di sicurezza istituita con l’ordinanza prefettizia del 20 ottobre. Un’area che e’ stata violata dai No Tav con il ‘permesso’ delle autorita’ di polizia, mentre agenti, carabinieri e finanzieri venivano concentrati nella difesa delle reti del cantiere – i 4,8 ettari, che diventeranno tra qualche settimana 7 – creato per scavare il tunnel geognostico. E il cantiere e’ sempre rimasto abbondantemente al riparo da ogni rischio e ogni violazione. Sono state alcune donne No Tav, che hanno aperto il corteo dietro lo striscione ‘Giu’ le mani dalla Valsusa’, a tagliare con le tronchesine lo sbarramento sulla strada che portava a Chiomonte, in teoria dentro la zona off limits. L’hanno fatto senza essere respinte, dopo una breve trattativa con le forze dell’ordine. Poi, col passo dei montanari o con qualche difficolta’ in piu’, a centinaia i No Tav sono saliti e scesi attraverso i boschi per raggiungere la baita, costruita due anni fa a poche centinaia di metri dal cantiere e diventata il simbolo della protesta che vuole ‘fermare’ il supertreno. E attorno al presidio del movimento, dopo la pausa per il pranzo e l’assemblea, Perino ha ordinato il rompete le righe. ”Siamo piu’ che soddisfatti – ha detto mentre tutt’attorno si faceva silenzio – la battaglia continua, sara’ lunga, ma vinceremo”. Quando ha proposto di sciogliere la manifestazione, nessuno l’ha contraddetto. Uno spettacolo finale dei ‘Pink’, il gruppo dei percussionisti che sempre accompagnano le manifestazioni No Tav, e’ stata in pratica la sigla di chiusura. Il popolo No Tav ha cominciato ad allontanarsi dalla baita, che tuttavia anche la prossima notte restera’ presidiata da alcuni esponenti del movimento. ”E’ un bene che la giornata sia stata pacifica”, ha commentato Mario Virano, presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. ”Domani il lavoro riprende a pieno ritmo”. A fine 2011 o al massimo all’inzio del 2012, finita la fase dei carotaggi, partiranno gli scavi del ‘cunicolo esplorativo’ per quella che l’Ue considera una delle dieci opere ‘superprioritarie’ per l’Europa.

 

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