Durante la sua latitanza, il boss Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio scorso, trascorreva il tempo nel suo appartamento di via Cb, a Campobello di Mazara, leggendo o guardando film. I carabinieri del Ros hanno trovato 212 dvd nel soggiorno dove erano appesi i poster del Padrino e di Joker. Erano sistemati accanto al televisore: il primo, era la «Storia del fascismo – le origini 1912-1922, i primi passi di Mussolini al governo», una produzione Rai Trade. Poi, «Apocalypse now» di Francis Ford Coppola e «L’ultimo guerriero», interpretato da Jean Reno. A seguire, «Alexandre», incentrato sulla figura di Alessandro Magno, e «Un piano perfetto», commedia francese del 2012, e ancora «Django Unchained» di Quentin Tarantino. O ancora «L’immortale» diretto da Marco D’Amore, la storia di un camorrista. Ma anche «Il pescatore di sogni» o «Tra le nuvole», con protagonista Ryan Bingham che è un cinico manager, definito un «tagliatore di teste», che vive perennemente in viaggio. E ancora «Robin Hood», «Attacco al potere», ma anche il «Solitario», il film che racconta di un killer mercenario che uccide per conto della malavita giapponese. Nella collezione c’è pure «La talpa», ambientato nell’ottobre 1973. Si era appassionato anche a «Man on fire», la storia di una guardia del corpo nella Città del Messico dei sequestri di persona. Aveva visto anche «Io vi troverò», la storia di un ex agente della Cia, grande esperto nel combattimento corpo a corpo e nell’uso delle armi, «dotato di una impressionante capacità di uccidere – è scritto nella copertina del Dvd – e anche di torturare persone a sangue freddo senza il minimo rimorso». Il boss vedeva pure generi più frivoli come «Sex and the City». Nella sua collezione aveva anche il film «Il gladiatore». Nella sua biblioteca, sistemati con cura, 56 libri. Per le letture, il boss era appassionato di autori come Charles Bukowsky di cui possedeva cinque libri, tra i quali Il sole bacia i belli. E «Se questo è un uomo» di Primo Levi e «La scomparsa di Josef Mengele» di Oliver Guez. Ma anche un libro su quello che forse considerava un suo mito: Pablo Escobar. E ancora «Le notti bianche» di Fedor Dostoevskij e diversi libri gialli. O scrittori cult: Haruki Murakami con i due volumi de «L’assassinio del commendatore». E poi «Viva il latino» di Nicola Gardini e il romanzo «Putin – l’ultimo zar – da San Pietroburgo all’Ucraina» di Nicolai Lilin. Ottimi gusti. Avrà capito quello che ha letto e visto? Crediamo proprio di no.

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