Doppio orrore nella comunità ebraica ortodossa di New York: un bambino ebreo di 8 anni, scomparso lunedì scorso mentre tornava da scuola, è stato trovato fatto a pezzi a Brooklyn. I resti del piccolo sono stati trovati, smembrati, nel frigorifero di un attico al terzo piano di uno stabile di proprietà di un uomo di 35 anni.

L’uomo, Levi Aron, ha confessato di essere lui l’assassino del piccolo Leiby Kletzky, figlio di una famiglia di stretta osservanza. L’unica immagine finora circolata del bambino lo ritrae appunto vestito di nero, con lunghe ciocche di capelli ai lati del volto, come appunto prescrive l’ebraismo ultaortososso. Il piccolo Leiby era scomparso dopo essere uscito da scuola verso le cinque del pomeriggio di lunedì scorso. I genitori hanno riferito alla polizia che era stato lui stesso a chiedere di poter fare un pezzo di strada da solo e loro, per la prima volta, gli avevano dato il permesso. Lo avrebbero atteso all’angolo di strada tra le 13th Avenue e la 44th, a breve distanza dalla Borough Park School. Ma a quell’angolo di strada il bambino non è mai arrivato. Il suo assassino ha confessato alla polizia di aver notato il bambino mentre vagava sulla 15th Avenue, apparentemente perso per le strade di Brooklyn. Gli ha offerto un passaggio sulla sua auto. Dopo di che non è ancora chiaro dove, come e perché lo abbia ucciso e fatto a pezzi. Il trentacinquenne ha confessato solo di essere stato preso dal panico dopo aver visto lo spiegamento di forze messe in campo dalla polizia e dalla comunità ebraica per ritrovare il bambino scomparso. Così lo ha ucciso. La polizia non ha ancora accertato se nei confronti del piccolo sia stata commessa o meno violenza sessuale.

 

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