“L’università di Bologna ha ora una nuova vittima della libertà di espressione”. Sono le parole di Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all’Alma Mater arrestato in patria il 7 febbraio 2020 fino all’8 dicembre 2021 e tuttora sotto processo per reati d’opinione, commentando la notizia della morte di Mehdi Zare Ashkzari, che nel 2015 si iscrisse a Farmacia all’Alma Mater e poi due anni fa è tornato in Iran. È stata Amnesty International a raccontare dell’ennesima vittima della repressione: un giovane poco più che trentenne, morto in Iran dopo venti giorni di coma a seguito di torture. A Bologna il ragazzo aveva anche lavorato in una pizzeria per mantenersi gli studi. E’ stato torturato “tanto, al punto che dopo 20 giorni di coma è morto”, ha raccontato a Editoriale Domani Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Il giovane sarebbe stato rilasciato dopo i pestaggi per evitare si sentisse male mentre era in cella, ma subito dopo è entrato in coma. l nuovo anno inizia con questa notizia per darci un avviso sulle violazioni dei diritti umani che si verificano nella regione di Swana e in particolare in Iran – ha dichiarato Zaki – l’università di Bologna ha ora una nuova vittima della libertà di espressione. Purtroppo, questa volta, era troppo tardi per salvarlo. Tutte le mie condoglianze alla sua famiglia e a noi per questa grande perdita”. Il giovane iraniano è stato ricordato a Bologna alla marcia della pace che tradizionalmente si tiene il primo giorno dell’anno. “Da Bologna mandiamo un pensiero molto forte alla famiglia di Mehdi Zare Ashkzari, torturato e morto in Iran dopo 20 giorni in coma – ha detto la vicesindaca di Bologna Emily Clancy, intervenendo sul palco di piazza Nettuno – a tutta quella popolazione che lotta per quella libertà di donne e uomini in Iran. Mandiamo un forte abbraccio di fratellanza e sorellanza alla comunità iraniana che vedo qui”. “Abbiamo appreso con dolore e profondo sconcerto che un nostro studente iraniano, Mehdi Zare Ashkzar è morto a seguito di torture in Iran”, è stato il commento della professoressa Rita Monticelli, anche lei alla marcia della pace. Monticelli è coordinatrice del Master Gemma, frequentato da Patrick Zaki e delegata del sindaco ai diritti umani e al dialogo interreligioso e interculturale. “Sembra fosse andato a trovare la madre in fin di vita. Esprimiamo tutta la nostra indignazione, sconcerto e dolore con lui e per tutti gli studenti e studentesse iraniani che hanno perso la vita per la libertà di tutti. L’università e la città di Bologna continueranno a chiedere giustizia e l’intervento delle istituzioni perchè questo è il compito dell’Università: dire la verità al potere, avere il coraggio di uan resistenza continua. Per una cultura di pace”.

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