NAPOLI – Una manifestazione perché “il silenzio uccide più delle armi” e perché il Governo intervenga. E’ la richiesta che lancia Alessandra Clemente, presidente della Fondazione Silvia Ruotolo, nel nome della mamma vittima innocente della guerra di camorra l’11 giugno del ’97. Lei e’ tra le promotrici dell’iniziativa che vedrà in piazza a Marianella, la zona di Napoli, dove è stato ammazzato Pasquale Romano, ucciso per errore dai clan, associazioni e studenti.

Appuntamento questa sera alle 19.30. “E’ una mobilitazione nata da un messaggio su Fb e che si è sviluppata in rete. Il silenzio uccide più delle armi. La storia di Pasquale – spiega Alessandra – è la storia di tutti noi. Quei proiettili che lo hanno ammazzato possono colpire ogni cittadino. Ma chiediamo anche al Governo di mobilitarsi, di operare concretamente per combattere la camorra. E’ quello che sollecitiamo in primis al ministro Cancellieri”. “Ancora una volta – dichiarano Salvatore Salzano, Giuseppe Sbrescia e Alessandro Fiore, rappresentanti delle associazioni studentesche della Università di Napoli Federico II – una vittima innocente della camorra. Dicono sia stato un errore, ma non si può morire per errore. Non si può uscire di casa ed essere colpiti da una raffica di proiettili. Ecco perché stasera scenderemo in piazza nel quartiere di Marianella, dove é stato ucciso Pasquale, proprio durante il coprifuoco che c’é ogni sera per accendere la speranza, per riaffermare la legalità e liberare la nostra città e la nostra regione dalla camorra e dalle mafie. Ci auguriamo che insieme a noi vi siano il sindaco, il prefetto, il questore e le istituzioni tutte, ma anche semplici cittadini e le associazioni che operano sul territorio”. “E’ vergognoso quello che sta accadendo, a Scampia e nei quartieri limitrofi e non da ora, da anni, in una terra di nessuno, dove ci si sente abbandonati a se stessi, e dove i riflettori vengono accesi solo su casi di cronaca. E’ impensabile – dice Chiara Giordano, presidente di Campania in Movimento – che la camorra abbia il pieno controllo della vita e della morte delle persone, che le famiglie si trovino sole, di fronte ai soprusi di criminali senza scrupoli e dignità, in un paese dove lo stato è assente e volta la faccia ai suoi figli. Ci chiediamo quanti altri innocenti debbano essere ancora uccisi, e ci chiediamo soprattutto quando lo Stato sara realmente intenzionato a non essere più testimone indifferente, rendendosi implicitamente complice della criminalità organizzata”.

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