Per l’Inps lei era morta gia’ dal primo luglio scorso e lo ha scoperto qualche giorno fa quando un funzionario della banca, dove viene accreditato l’assegno di invalidita’ di poche centinaia di euro al mese, ha chiamato a casa per chiedere agli ”eredi” di restituire la somma di circa 800 euro cosi’ come richiesto dall’istituto nazionale della previdenza sociale. Maria Molettieri, 69 anni, residente a Napoli, vedova dal mese di giugno, per dimostrare di essere ancora in vita ha dovuto raggiungere, non senza disagi a causa della sua invalidita’, la sede napoletana dell’istituto nazionale della previdenza sociale portando un ”certificato di esistenza” in vita rilasciato dal Comune. E qui, dice l’anziana donna, una funzionaria dell’Inps ha scoperto che il disguido sarebbe dovuto ad un singolare caso di omonimia. Maria Molettieri ha tirato un sospiro di sollievo pensando di aver risolto il problema. Invece no. E’ stata invitata a recarsi all’Agenzia delle entrate e attendere, come riferisce, una sessantina di giorni. ”Per fortuna posso contare sui miei familiari – dice con amarezza Maria Molettieri – altrimenti non saprei come fare”.

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