NAPOLI – Confermata, dalla Cassazione, la custodia cautelare in carcere per D. M., ispettore di polizia presso il commissariato di Secondigliano, accusato di peculato, falso in atto pubblico e detenzione di stupefacenti perche’, nel corso di operazioni di polizia giudiziaria “finalizzate a reprimere il traffico illecito di droga”, si era appropriato, in concorso con altri colleghi, di circa mezzo chilo di cocaina e quattromila euro in contanti trovati nelle abitazioni di appartenenti al clan Di Lauro.

Senza successo, l’ispettore ha fatto ricorso alla Suprema Corte contestando i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari ravvisate dal Tribunale del riesame di Napoli che, lo scorso due novembre, aveva convalidato la custodia in carcere adottata dal gip il 14 ottobre. Il ‘doppio gioco’ dell’agente era venuto a galla nelle intercettazioni disposte, in carcere, dalla magistratura nei confronti degli affiliati al clan che tra loro parlavano del fatto che i poliziotti si erano presi parte della droga e dei soldi rinvenuti nelle perquisizioni dichiarando “nei verbali di aver sequestrato quantita’ minori” . Ad avviso della Cassazione – sentenza 36260 – i giudici di merito hanno dato conto in maniera “adeguata e logica” del “coinvolgimento” dell’ispettore “negli illeciti ipotizzati a suo carico” e dei “ravvisati pericoli” di inquinamento delle prove e di “recidiva specifica” che ostano al suo ritorno in liberta’.

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