NAPOLI – Due ultrà del Napoli, raggiunti lo scorso febbraio da misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta sul tifo violento, sono stati condannati dal gup al termine del processo con rito abbreviato. Si tratta di Giovanni Luino e di Francesco Fucci, quest’ultimo ritenuto vicino al clan camorristico dei Mazzarella, nella cui abitazione avvenivano riunioni per pianificare gli attacchi ai sostenitori di squadre ‘nemiche’.

Il gup Giuliana Taglialatela ha condannato Luino a un anno di reclusione, concedendogli il beneficio della pena sospesa, e Fucci a due anni e quattro mesi. Di Francesco Fucci si occuparono le cronache anche perché, nel corso delle indagini, gli agenti della Digos accertarono che la sua abitazione, oltre che da altri tifosi estremisti che si riconoscono nella sigla Bronx, era frequentata anche dall’ex difensore del Napoli Fabiano Santacroce. Quest’ultimo, interrogato dai pm come persona informata dei fatti, così spiegò i suoi contatti con gli ultrà: “Cerchiamo di avere buoni rapporti con la tifoseria, soprattutto organizzata, anche perché questo ci consente di giocare con minore pressione”. Le indagini sul gruppo Bronx sono state coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dai sostituti Antonello Ardituro, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri. Secondo il legale di Francesco Fucci, l’ultrà del Napoli condannato oggi nell’ambito di una inchiesta sul tifo violento, con la sentenza di oggi è la prima volta in Italia che un giudice riconosce il reato di associazione a delinquere in relazione ad atti di teppismo calcistico. Fucci, assieme ad un altro ultrà del Napoli, Giovanni Luino, é stato riconosciuto responsabile di associazione a delinquere, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il penalista ha annunciato che ricorrerà in appello.

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