Operazione antidroga sull’asse Venezuela Roma-Vallo di Diano, in provincia di Salerno, che ha portato all’arresto di cinque persone. Si tratta di spacciatori e corrieri facenti parte di un’organizzazione malavitosa dedita al traffico internazionale di stupefacenti, soprattutto di cocaina. Quattro degli arrestati sono originari del Vallo di Diano (due di San Pietro al Tanagro, uno di Montesano sulla Marcellana ed un altro di Padula), mentre il quinto uomo è di Sicignano, piccolo centro degli Alburni. Per uno di essi l’ordinanza di carcerazione è stata eseguita in carcere a Roma. Nell’ambito della stessa inchiesta, condotta dai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, nell’aprile del 2014, fu arrestato a Roma un 54enne di Padula (Salerno) che aveva ingerito quattro involucri, profilattici saldati a caldo, contenenti ciascuno circa 60 grammi di cocaina allo stato liquido, per un peso complessivo di 250 grammi. L’arrestato dichiarò, poi, di aver ingerito ulteriori 20 involucri della medesima sostanza, per un peso ulteriore complessivo di circa 1,2 chilogrammi. La cocaina, se immessa sul mercato, avrebbe avuto un valore complessivo di circa 300mila euro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nella tarda mattinata di oggi nell’ambito di una conferenza stampa in programma presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Salerno. I dettagli delle indagini sono stati illustrati nella caserma carabinieri di Sala Consilina, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato, fra gli altri, il procuratore capo della Repubblica di Lagonegro, Vittorio Russo, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Riccardo Piermarini, e il capitano dei carabinieri, Emanuele Corda. Gli inquirenti hanno svelato alcuni particolari delle indagini. Nel Vallo di Diano la cocaina veniva venduta in dosi, del costo di 100 euro ciascuna, all’interno di una roulotte posizionata in una zona di campagna del comune di San Pietro al Tanagro. Negli ultimi mesi sono stati segnalati decine di giovani del Vallo di Diano che acquistavano le dosi recandosi nella roulotte, trasformata in una vera e propria centrale di smistamento di sostanze stupefacenti.