SALERNO – A Casalvelino non vedono l’ora di riabbracciarla. E’ questo il sentimento che in queste ore accomuna il piccolo centro del salernitano dopo la notizia dell’intervento perfettamente riuscito al quale si è sottoposto oggi Angela Bianco, la donna di 26 anni malata di tumore al cervello e incinta. Secondo voci non confermate, Angela infatti potrebbe essere di ritorno da Atene a Casalvelino già all’inizio della prossima settimana, per proseguire a casa, accanto al marito e ai familiari, la gravidanza giunta alla 19esima settimana.
Nei giorni scorsi, proprio Angela aveva negato con forza di trovarsi in una clinica privata della capitale ellenica per sottoporsi all’intervento. Aveva anzi chiesto di essere lasciata in pace in un momento tanto delicato della sua esistenza. E anche oggi, il copione è in qualche modo lo stesso. Nessuno vuole parlare, nè tra la cerchia dei familiari, nè tra gli amici e nè tra i conoscenti. Bocche cucite, insomma, per garantire alla donna una tranquillità che si era improvvisamente spezzata dopo la diffusione della notizia e l’inevitabile clamore mediatico. Ma quella dell’intervento riuscito, a Casalvelino è ormai la notizia del giorno, e non si parla d’altro. Angela è stata sottoposta ad un massiccio irradiamento di raggi x attraverso un macchinario, il “cyberknife”, che a quanto si apprende, distrugge la massa tumorale senza danneggiare le cellule sane e evitando in questo modo le controindicazioni della radioterapia tradizionale: un sistema robotizzato di radiochirurgia stereotassica che consentirà alla donna di proseguire la gravidanza, dato che proprio il “cyberknife” ha garantito la sopravvivenza del feto. Ora che l’intervento è perfettamente riuscito, Casalvelino attende il ritorno a casa della sua mamma “coraggio”, come l’ha definita don Luigi Marone, il parroco della piccola parrocchia di Verduzio, frazione del Comune cilentano. Il ritorno di Angela a casa, segna la fine di una paradossale odissea. Fino alla scorsa settimana, infatti, la donna era stata al centro di un vero e proprio caso. Ricoveratasi in una clinica privata di Bari per sottoporsi alla terapia, ben presto ne era stata dimessa poichè il “cyberknife” in possesso della struttura non era stato sottoposto al collaudo, e la Regione Puglia ne aveva vietato l’utilizzo. Poi la decisione di partire per Atene, l’intervento di oggi e il ritorno a casa, previsto per la prossima settimana.