Ha spiegato nei minimi dettagli il motivo del duplice omicidio. «Le ho soffocate perché col coltello avrebbero sofferto. Erano possedute da Satana ma ho dato loro la salvezza eterna». Così Giovanni De Vivo, il 32enne arrestato per il duplice omicidio di Antonietta e Debora (la madre e la sorella), davanti al gip Giovanna Pacifico. De Vivo ha reso il suo interrogatorio, al termine del quale è stata disposta la convalida dello stato di fermo. Nell’ordinanza, il gip ha parlato di «pericolosità sociale» e «assenza di ogni capacità di autocontrollo», tali da rendere l’uomo un «pericolo per se stesso e per gli altri». Eppure, nonostante l’omicidio sia stato classificato come «d’impeto» e non «premeditato», De Vivo è riuscito con chiarezza a raccontarne le modalità. Non ha precisato l’orario (le donne sarebbero morte nella serata di lunedì 3 agosto), ma ne ha illustrato il contesto. Ai carabinieri, in un primo momento, l’uomo aveva “giustificato” il duplice omicidio con una serie di problemi economici, non meglio specificati, che la sua famiglia avrebbe attraversato. Al giudice tuttavia, De Vivo ha raccontato una seconda versione, del tutto differente. «Dovevo salvarle. Erano possedute dal demonio, come me». Una motivazione a sfondo religioso, generata da quelle «voci» che lo perseguitavano giorno e notte, insieme a delle «entità» che gli parlavano attraverso la televisione. «Guardando un telefilm – ha continuato – ho scoperto come si potesse interrompere il flusso di sangue nelle arterie, stringendo la testa con il braccio».

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