Sarà presente domani mattina, alle 9, al Tribunale di Salerno, Bruno Humberto Damiani, il “brasiliano”, per ora unico indagato, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, per la morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso con nove colpi di pistola il 5 settembre del 2010. Non si parlerà, però, dinanzi al presidente della terza Sezione penale del tribunale di Salerno, Anna Allegro, dell’omicidio Vassallo, bensì della tentata estorsione effettuata da Damiani al Mercato Ittico di Salerno. Il pubblico ministero sarà Rosa Volpe che segue anche il caso Vassallo. “Il mio assistito – spiega il suo legale, l’avvocato Michele Sarno – domani darà la sua versione dei fatti sulla vicenda del mercato ittico che si concluderà stesso domani con una sentenza. È tranquillo e sereno, desideroso solo di chiarire la sua posizione, così come vuole chiarire la sua estraneità all’omicidio Vassallo per il quale si è sempre detto innocente. Finalmente Damiani è tornato in Italia (ndr. atterrò a Fiumicino lo scorso 2 aprile e poi fu condotto nel carcere di Rebibbia prima di essere trasferito) dopo una detenzione nel carcere di Bogotà in Colombia per un altro reato. Al momento si trova nella casa circondariale di Secondigliano e ancora non è stato ascoltato in merito al caso del sindaco Vassallo. Si è avvalso, invece, della facoltà di non rispondere solo in merito alla vicenda di traffico di sostanze stupefacenti sulla quale, invece, è stato sentito. Per Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore e presidente della Fondazione Angelo Vassallo, “abbiamo sempre fiducia nella magistratura ma è tutto troppo lento. Sono convinto che il Damiani sappia qualcosa ma è importante che gli inquirenti lo facciamo parlare. Lo Stato si dimentica di chi ha lasciato la vita, gli affetti perché credeva in un valore. Angelo non è morto, Angelo è stato ucciso. La legalità è stata messa sotto i piedi e viene ricordata solo in campagna elettorale”.